software libero

[FSFE] Bolzano, per favore non sprecare i tuoi soldi

Posted by Marco Frattola on July 03, 2010
comunicati, fsf / fsfe, software libero / No Comments
 FSFE a sostegno della lettera aperta del LUGBZ alla Provincia del Sudtirolo 

[URL permanente: http://www.fsfe.org/news/2010/news-20100702-01.it.html ]

Gentile Ministro Roberto Bizzo,

il 25 maggio 2010 l'autorità del governo regionale di Bolzano ha deciso
di spendere 2.2 milioni di Euro per i prossimi tre anni per rinnovare le
licenze software vendute da Microsoft Ireland, e per comprarne di nuove.
Tutto ciò è avvenuto senza la pubblicazione di un bando di concorso,
rendendo impossibile ai fornitori di software simili concorrenti di fare
le proprie offerte.

Le chiediamo di riconsiderare la sua decisione. Questa influenzerà la
sua posizione strategica per un periodo ben più lungo di quello dei tre
anni di durata delle licenze.

Il 13 giugno 2010, la vice presidentessa della Commissione Europea
Neelie Kroes ha affermato a Bruxelles [1]:

  "Molti enti governativi, senza volerlo, si sono ritrovati bloccati
  all'interno di tecnologie proprietarie per decadi. Ad un certo punto
  la scelta iniziale diventa così radicata che le alternative rischiano
  di essere sistematicamente ignorate, indipendentemente dai potenziali
  benefici. Questo è uno spreco di denaro pubblico che la maggior parte
  degli enti pubblici non si può più permettere."

Con la sua decisione di acquistare Microsoft Sharepoint e il Microsoft
Office Communications Server senza aver considerato le alternative di
Software Libero lei aumenterà la dipendenza del suo ente da Microsoft.
Porterà i suoi sistemi IT verso la strada a senso unico dei formati e
del software proprietari, incatenando i dati delle sue organizzazioni e
quelli dei cittadini di Bolzano.

Lei sta anche correndo il rischio di denunce di gestione impropria
riguardo l'assegnazione degli approvvigionamenti. La lunga causa contro
l'Amministrazione Federale Svizzera [2], ancora in corso, rappresenta un
esempio delle possibili conseguenze legali.

Le decisioni che sta facendo oggi avranno un impatto per anni a venire.
Liberarsi dal lock-in diventerà sempre più costoso con l'andare del
tempo, perché rischia di trasformare i vostri preziosi dati in
immondizia digitale.

Invece di sprecare altri soldi nel tentativo di recuperare i primi, le
chiediamo di ritirarsi dall'accordo con Microsoft, e pubblicare un bando
di concorso pubblico aperto a tutti i fornitori. Nel prendere una
decisione sulla soluzione futura per il suo ente, le chiediamo di
considerare la libertà strategica che il Software Libero, gli Standard
Aperti e i formati file aperti garantiscono, piuttosto che appesantire
la sua dipendenza da un singolo fornitore.

Potrebbe anche voler approfondire le opportunità che questa strategia
potrebbe garantire alle compagnie locali della provincia di
Bolzano-Bozen, la quale si è già riconvertita con successo in un centro
di Software Libero.

Nell'interesse dei cittadini di Bolzano-Bozen, le raccomandiamo di
accettare l'offerta di dialogo a lei estesa dagli esperti locali di
Software Libero del GNU/Linux User Group Bolzano (LUGBZ) e della Free
Software Foundation Europe. Restiamo disponibili a consigliarla nelle
sue opzioni strategiche per l'approvvigionamento di software, e
discutere le opportunità fornite dal Software Libero e dagli Standard
Aperti.

Cordialmente,
Karsten Gerloff

Presidente,
Free Software Foundation Europe
http://fsfe.org

  1.
http://europa.eu/rapid[...]
  2.
http://www.eweekeurope.co.uk/news/[...]-963

== Che cos'è la Free Software Foundation Europe ==

  La Free Software Foundation Europe (FSFE) è una organizzazione non
  governativa e senza fini di lucro attiva in molti paesi Europei e
  impegnata in attività a livello globale. L'accesso al software
  determina chi può far parte di una società digitale. Al fine di
  assicurare un'equa partecipazione nell'era dell'informazione e una
  libera concorrenza, la Free Software Foundation Europe (FSFE) si
  dedica alla diffusione del Software Libero, che è definito dalle
  libertà di usare, studiare, modificare e copiare il software.  Portare
  all'attenzione del pubblico questi temi, dare solide basi politiche e
  legali al Software Libero e assicurare libertà alle persone
  supportando lo sviluppo di Software Libero, sono temi centrali per la
  FSFE fin dalla sua fondazione nel 2001.
     http://www.fsfe.org/
_______________________________________________
Fsfe-it mailing list
Fsfe-it@fsfeurope.org
https://mail.fsfeurope.org/mailman/listinfo/fsfe-it

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[As.So.Li.] In Europa destra e sinistra per il software libero!

Posted by Marco Frattola on January 08, 2010
comunicati, software libero / No Comments

COMUNICATO STAMPA

Parigi, Francia e Firenze, Italia, Venerdì, 8 Gennaio 2010

[IT] http://www.softwarelibero.it/intergruppo
[EN] http://www.freesoftwarepact.eu/post/In-Europe-left-and-right-for-Free-
Software!
[FR] http://www.april.org/fr/un-intergroupe-pour-le-logiciel-libre-au-
parlement-europeen

In Europa destra e sinistra per il software libero!

Un intergruppo[1] su “Nuovi Media, Software Libero e Società dell’Informazione
Aperta” è stato costituito al Parlamento Europeo con il supporto d’un ampio
spettro di gruppi politici (PPE, ALDE/ADLE e Verdi/ALE). I promotori del
software libero April (FR) ed Associazione per il Software Libero (IT)
accolgono con favore questa decisione che porta il Parlamento europeo ad
aprirsi alla rivoluzione digitale.

Gli intergruppi sono spazi nei quali i Parlamentari Europei possono elaborare
temi e dibattere senza limiti di appartenenza politica o di commissione di
competenza. Per i promotori del software libero la creazione di questo
intergruppo permette che questioni relative alla società dell’informazione,
naturalmente trasversali, possano essere dibattute più ampiamente nel
Parlamento Europeo.

“L’attenzione e l’impegno di molti Parlamentari Europei, primi fra tutti gli
aderenti alla campagna “Free Software Pact”[2], ha reso possibile questo
importante passo verso la costruzione di politiche che promuovono software
libero, neutralità di Internet e libera circolazione della conoscenza per la
realizzazione di una società dell’informazione aperta” ha detto Marco
Ciurcina, presidente dell’Associazione per il Software Libero.

“Questo intergruppo dimostra che la consapevolezza dei Parlamentari Europei
sui beni comuni digitali sta crescendo. Questo ci incoraggia a continuare a
richiamare l’attenzione dei nostri rappresentanti grazie al Patto per il
Software Libero” ha detto Benoît Sibaud, presidente di April. “Siamo più che
mai intenzionati a supportare i Parlamentari Europei per aiutarli a far si che
l’Unione Europea si apra alla rivoluzione digitale per il bene dei suoi
cittadini”.

April e l’Associazione per il Software Libero invitano tutti i firmatari del
Patto per il Software Libero, e più in generale tutti i Parlamentari Europei
che vogliono supportare il Software Libero ed una società dell’informazione
aperta ad unirsi a questo intergruppo.

April

Pioniera del software libero in Francia, April è stato dal 1996 un attore
importante nella democratizzazione e nella diffusione del software libero e
degli standard aperti al pubblico, ai professionisti ed alle istituzioni nel
mondo di lingua francese. Nell’attuale era digitale, ha anche l’obiettivo di
informare il pubblico sui pericoli dell’appropriazione esclusiva
dell’informazione e della conoscenza da parte di interessi privati.
L’associazione è formata da più di 5.300 autori ed utenti di software libero
- tra i quali 278 aziende, 147 ONG, 5 governi locali e 7 organizzazioni
educative.

Contatti:
Alix Cazenave, public affairs
web: http://april.org
mail: acazenave@april.org
Tel: +33 6 63 51 77 88

Assoli

L’Associazione per il Software Libero (Assoli) è un’organizzazione senza scopo
di lucro costituita nel 2000 per promuovere la libertà nell’utilizzo di
programmi informatici e difendere i diritti degli utilizzatori di Software
Libero.
Per raggiungere i suoi scopi l’Associazione promuove lo sviluppo e l’uso
di Software Libero nella Pubblica Amministrazione, nelle scuole, nelle
imprese pubbliche e private ed in tutti gli ambiti del tessuto sociale.
Negli ultimi anni l’Associazione ha realizzato campagne d’informazione ed
azioni giudiziarie ed ha interagito con la Pubblica Amministrazione per
promuovere politiche pubbliche a favore del Software Libero.

Contatti
web: http://softwarelibero.it
mail: info@softwarelibero.it
Tel:  (+39) 06 99291342
Fax:  (+39) 06 83391642

Note
[1] Gli intergruppi sono costituiti in applicazione della regola di procedura
n. 32
http://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?pubRef=-//EP//TEXT+RULES-
EP+20091201+RULE-032+DOC+XML+V0//EN|en

Per maggiori informazioni sugli intergruppi, visitate “Intergroups: MEPs unite
on single issues across party lines” sul sito del Parlamento Europeo
http://www.europarl.europa.eu/sides/getDoc.do?pubRef=-//EP//TEXT+IM-
PRESS+20070314STO04219+0+DOC+XML+V0//EN|en
]
[2] 34 firmatari eletti da 7 paesi membri di 6 diversi gruppi politici.
Visualizza la lista di firmatari.
http://freesoftwarepact.eu/elected/
Leggi sul Patto per il Software Libero
http://freesoftwarepact.eu/post/What-is-the-free-software-pact


Annunci dell’Associazione Software Libero
http://www.softwarelibero.it/

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Posted by Marco Frattola on December 06, 2009
comunicati, software libero / No Comments

COMUNICATO STAMPA

5 DICEMBRE 2009

Lettera aperta al Ministro Brunetta

Numerose associazioni per il software libero sottoscrivono la lettera
aperta al Ministro Brunetta pubblicata a p. 11 del quotidiano “Gli Altri” in
edicola oggi.

http://www.softwarelibero.it/brunetta

On.le Ministro Renato Brunetta,

Abbiamo letto le Sue lettere pubblicate sul giornale «Gli Altri» il 14 ed il
19 novembre.

Nella prima [1], Lei difende la validità della scelta operata sottoscrivendo
insieme al Ministro Gelmini il Protocollo di Intesa con Microsoft S.r.l. per
la realizzazione di azioni a supporto dell’innovazione digitale nelle scuole
[2] argomentando che quest’ultima si sarebbe impegnata a sostenere
gratuitamente il Piano del Ministero dell’Istruzione dell’Università e della
Ricerca ed il Piano eGov2012 per la scuola del Ministero per la Pubblica
Amministrazione e l’Innovazione. Nella seconda [3] Lei dà atto dell’importanza
e del valore positivo del Software Libero ma conferma la validità della scelta
argomentando che Microsoft S.r.l. avrebbe promesso di donare alla Pubblica
Amministrazione non solo licenze software ma anche computer.

In realtà, leggendo il Protocollo, non ci pare si possano cogliere promesse
così “radicali” da parte di Microsoft, una multinazionale che, forte della
propria posizione dominante sul mercato, è scrupolosamente attenta ai
propri interessi economici, tanto da fatturare dalla propria filiale
irlandese (per ragioni di convenienza fiscale) tutte le vendite di licenze
realizzate nel nostro Paese [4].

E’ vero che l’accordo non prevede oneri finanziari espliciti per la
Pubblica Amministrazione, che pure si impegna a collaborare nella ricerca
di clienti (istituzioni scolastiche, personale docente e studenti) per i
prodotti Microsoft, ma è anche vero che i giovani (e con loro gli insegnanti,
e le famiglie) formati oggi dalla scuola, saranno in futuro cittadini e
lavoratori capaci di utilizzare solo i software che ora ricevono “gratis” o “a
prezzo di favore”: clienti e consumatori che troveranno più difficile
scegliere soluzioni alternative.

Molti commercianti forniscono campioni gratuiti per incentivare successivi
acquisti. Crediamo che la Pubblica Amministrazione non debba farsi blandire
così facilmente: il regalo di oggi si trasforma in un debito che nel futuro
salderanno le imprese, i cittadini ed il Paese.

Condividendo il Suo proposito di realizzare importanti risparmi per il
sistema scolastico e per la Pubblica Amministrazione, ci impegniamo a
mettere a Sua disposizione licenze software per tutti i docenti e gli
studenti italiani: sistema operativo, suite di produttività e molti altri
software liberi sono a Sua completa disposizione in via definitiva e
gratuita.

Sappiamo che questo potrebbe già esserLe sufficiente per considerare con
favore la nostra proposta, ma non basta. Ci sono infatti molte altre
ragioni che portano a consigliare di adottare Software Libero nel sistema
scolastico. Crediamo innanzi tutto che la Scuola Pubblica debba formare
cittadini, non consumatori. Che essa abbia oggi il compito di diffondere la
cultura digitale, non quello di promuovere l’utilizzo di specifici prodotti.

La diffusione della cultura digitale passa attraverso la promozione di
strumenti e tecnologie liberi: solo in questo modo si attuano i principi ed i
valori della nostra Costituzione nella società dell’informazione e della
conoscenza. Con il Software Libero si diffonde la condivisione della
conoscenza, si rendono concreti valori quali la collaborazione e la
libertà di espressione. Si contribuisce ad abbattere il divario digitale.
Promuovendo nelle scuole il Software Libero si realizza davvero il bene
comune: si favorisce lo sviluppo di imprese nazionali che forniscono
servizi ad esso connessi e si riduce la spesa in acquisti di licenze di
software proprietario dall’estero, con benefici alla bilancia dei
pagamenti ed al sistema fiscale del nostro Paese.

Per sostenere queste ragioni, l’Associazione per il Software Libero aveva
già presentato una domanda di intervento nel procedimento amministrativo
del quale fa parte il Protocollo di Intesa sottoscritto da Lei e dal
Ministro Gelmini con Microsoft S.r.l., chiedendo anche l’integrazione del
Protocollo stesso per favorire la diffusione del Software Libero nel sistema
scolastico e per il bene del Paese [5].

Siamo certi che, prestando alle istanze di cui sopra la dovuta attenzione,
saprà fugare i sospetti di quanti vogliono vedere nelle Sue attenzioni alle
offerte di Microsoft S.r.l. una “sudditanza psicologica” che certamente
stride con l’immagine che di Lei danno le Sue attività negli altri settori e
pertanto, vorrà aderire alla richiesta delle scriventi associazioni di
sottoscrivere un Protocollo d’intesa con il quale il Suo Ministero si impegni
a promuovere il Software Libero nella Scuola ed in tutta la Pubblica
Amministrazione.

Con ogni osservanza,

Agorà Digitale – Luca Nicotra – http://www.agoradigitale.org/
Apritisoftware – Marco Marongiu – www.apritisoftware.it
Associazione Govonis – Costantino Pessano – http://www.govonis.org
Associazione per il Software Libero – Marco Ciurcina -
http://www.softwarelibero.it
Baslug – Savino Sasso – http://www.baslug.org
Condividi la Conoscenza – Fiorello Cortiana -
http://www.condividilaconoscenza.org
Faber libertatis – Mirko Romanato – http://www.faberlibertatis.org
Fanolug – Filippo Carletti – www.fanolug.org
FLOSSMarche – Matteo Vitali – http://flossmarche.netsons.org
Free Hardware Foundation – Arturo Di Corinto – http://fhf.it
FSUGitalia – Alexjan Carraturo – http://www.fsugitalia.org
FSUG Padova – Andrea Brugiolo – http://www.fsugpadova.org
GFOSS.it – Paolo Cavallini – http://www.gfoss.it
Gruppo Linux Como – Francesco Brisa – http://www.gl-como.it
GNU/Linux users group Torino (GLugTo) – Massimo Tarditi – www.glugto.org
Hacklab Cosenza – Vincenzo Bruno – http://hacklab.cosenzainrete.itl
Italian Linux Society – Michele Dalla Silvestra – http://www.linux.it
Lugge – Andrea De Gaetano – http://www.lugge.net
Partito Pirata – Athos Gualazzi – http://www.partito-pirata.it
Panharmonikon – Puopolo Giuseppe – http://www.panharmonikon.com
PDP FSUG – Luca Ferroni – http://pdp.linux.it
Progetto Linux User Group Sassari (PLUGS) – Mauro Piga – http://www.plugs.it
Scambio Etico – Luigi Di Liberto – www.scambioetico.org
UnaRete – Flavia Marzano – http://www.unarete.eu
Wikimedia Italia – Frieda Brioschi – http://www.wikimedia.it

[1]
http://altronline.it/sites/default/files/09_11_14.pdf
[2]
http://www.governo.it/GovernoInforma/Dossier/scuola_digitale/protocollo_Brunetta_Gelmini.pdf
[3]
http://altronline.it/sites/default/files/2009_11_19_0.pdf
[4]
http://softwarelibero.it/riflessione-politiche-innovazione-ict
http://softwarelibero.it/files/Le_role_Etat_monopoles_informatique.pdf
[5]
http://www.softwarelibero.it/software_libero_scuola

==========================================
Chi siamo
==========================================

L’Associazione per il Software Libero (Assoli) è un’associazione
senza scopo di lucro che ha come obiettivi principali la diffusione del
software libero in Italia ed una corretta informazione sull’argomento.

==========================================
Contatti
==========================================

web:  http://softwarelibero.it
mail: info@softwarelibero.it
Tel:  (+39) 06 99291342
Fax:  (+39) 06 83391642


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del Software Libero nella PA

Posted by Marco Frattola on November 17, 2009
comunicati, politica, software libero / No Comments

Brunetta. Nicotra e Perduca: il Governo faccia propria la proposta radicale per il software libero nella pubblica amministrazione

17 novembre 2009

  • Dichiarazione di Luca Nicotra (Segretario di Agorà Digitale) e Marco Perduca (Membro del direttivo, Senatore radicale eletto nelle liste del PD):
Dobbiamo impedire di consegnare ad un unico monopolista il futuro dei sistemi informatici della pubblica amministrazione, e pertanto ci appelliamo al Ministro Brunetta affinché faccia propria la proposta di legge depositata al Senato dai parlamentari radicali Marco Perduca e Donatella Poretti, in materia di pluralismo informatico e sulla adozione e diffusione del software libero nella pubblica amministrazione, frutto della collaborazione con l’Associazione Software Libero. È grave che il ministro si riferisca alla sola gratuità del prodotto nel giustificare l’accordo con Microsoft presentato nell’ambito del piano e-Gov 2012. Infatti, da sempre l’azienda di Redmond tenta di legare a sé in modo indissolubile il futuro funzionamento di amministrazioni pubbliche, scuole e università fornendo gratuitamente il proprio software.
È importante ribadire che la scelta del software non è una scelta amministrativa che si puo’ basare sui soli criteri di economicità, ma è eminentemente politica, in quanto capace di modificare la dinamica dello sviluppo del nostro Paese.
È per questo che ad esempio l’amministrazione americana, pur avendo la possibilità di stringere accordi simili a quello offerto al governo italiano, sta facendo in molti casi la scelta opposta, tanto da trasferire il sito della Casa Bianca ad una piattaforma tecnologica aperta.
Se davvero il ministro non vuole ipotecare il futuro della scuola e della pubblica amministrazione, e investire nel pluralismo informatico lo dimostri adottando da subito la proposta radicale.

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(da == PostgreSQL Weekly News – July 19 2009 ==)

Posted by Marco Frattola on July 20, 2009
comunicati, software libero / No Comments

== PostgreSQL Weekly News – July 19 2009 ==

The first Commitfest of the 8.5 development cycle has begun!
http://commitfest.postgresql.org/

The Italian PostgreSQL Users Group has joined the PostgreSQL
Translation Project.  A working group of 9 people has begun the
journey to make the Italian section of babel.postgresql.org greener.
More information in Italian at:
http://traduzioni.itpug.org/

== PostgreSQL Product News ==

Archiveopteryx 3.1.2, a PostgreSQL-based email handler, released.
http://www.archiveopteryx.org/3.1.2

Benetl 2.9, an ETL tool for files using PostgreSQL, released.
http://www.benetl.net

Npgsql2 2.0.6, a .NET data provider for PostgreSQL, released.
http://www.npgsql.org

PostgreDAC ver. 2.5.2 released.
http://microolap.com/products/connectivity/postgresdac/download/

== PostgreSQL Jobs for July ==

http://archives.postgresql.org/pgsql-jobs/2009-07/threads.php

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Caro Candidato

Posted by Marco Frattola on May 19, 2009
politica, software libero / No Comments

vota per il software libero! (banner)

L’iniziativa

Con la campagna “Caro Candidato” vogliamo sensibilizzare i politici ad occuparsi di software libero e libertà digitali.

Quindi domandiamo:

Per approfondire, visita la pagina Cos’è il Software Libero.

Per sapere nel dettaglio come funziona l’iniziativa puoi leggere il manuale di Caro Candidato.

Se vuoi sapere di più del software che fa funzionare questo sito clicca qui.

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III Conferenza Italiana sul Software Libero

Posted by Marco Frattola on April 02, 2009
eventi, software libero / No Comments

III Conferenza Italiana sul Software Libero

Il 12 e 13 giugno 2009 Bologna ospita la terza Conferenza Italiana sul Software Libero, per fare il punto sullo stato dell’arte del Software Libero in Italia. Questo appuntamento è il luogo d’incontro di chi in Italia è attivo nella ricerca sul Software Libero, nello sviluppo di Software Libero, nella promozione e nella diffusione del Software Libero.

confsl

Come nelle due precedenti edizioni (a Trento nel 2008 e a Cosenza nel 2007), sono attese a Bologna le varie anime del software libero in Italia, dai semplici utenti alle associazioni, dalle aziende agli enti pubblici, ai ricercatori e agli sviluppatori. I temi di interesse sono molteplici, coprendo tutte le possibili aree tematiche legate al Software Libero, dagli aspetti economici, giuridici e tecnici, a quelli etici, sociali e filosofici.

Durante la Conferenza sono previste sessioni tematiche ed eventi paralleli a carattere sia accademico che divulgativo, coinvolgendo imprese, enti pubblici, università ed enti di ricerca, sviluppatori, ricercatori, cittadini, operatori del settore, ed appassionati, per conoscersi e avviare collaborazioni e progetti. In questa edizione saranno presenti numerosi spazi di dibattito e coinvolgimento dei partecipanti.

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Ultimi giorni per iscriversi al Master in Scienze e Tecnologie del Software Libero

Posted by Marco Frattola on October 17, 2008
software libero / 1 Comment

COMUNICATO STAMPA

L’Universita’ di Bologna ha attivato il Master in Scienze e Tecnologie del Software
Libero per l’anno accademico 2008/09.
E’ un master per informatici che desiderino specializzarsi nella gestione, progettazione
e realizzazione di software libero.
Il master e’ stato costruito con l’esperienza di quattro edizioni ma completamente
ridisegnato dal punto di vista organizzativo.
I punti di forza del master dal punto di vista scientifico e didattico sono costituiti
dalla tradizione del Dipartimento di Scienze dell’Informazione dell’Universita’ di Bologna
nel campo del software libero e dalla qualita’ dei relatori che hanno sempre contribuito
con seminari.
La struttura organizzativa basata su lezioni frontali concentrate nei giorni di venerdi’ e sabato,
a settimane alterne, e attivita’ non residenziale nel rimanente periodo consente ai
neolaureati di seguire il master e contemporaneamente di svolgere attivita’ professionale o
di accesso al mondo del lavoro. La stessa struttura organizzativa consente a persone
gia’ occupate che desiderino riqualificare la loro posizione professionale di avere un
corso di master armonizzabile con l’attivita’ lavorativa.
Le aziende interessate possono iscrivere il proprio personale, utilizzando il master come attivita’
di aggiornamento con un basso impatto sulla organizzazione del lavoro.

La particolare impostazione del calendario consente anche di poter partecipare al master senza
risiedere a Bologna, ampliando cosi’ il bacino geografico di interesse e riducendo i costi
accessori.

Le regioni Emilia Romagna,Veneto,Umbria,Lazio e Sardegna mettono a disposizione assegni formativi
per partecipare al Master in Scienze e Tecnologie del Software Libero nell’ambito
del “Catalogo Interregionale per l’Alta Formazione”.

Il costo di iscrizione e’ di 3000 euro. La data di scadenza del bando e’ giovedi’ 23 ottobre 2008.
E’ richiesta una laurea triennale o vecchio ordinamento, competenze informatiche (programmazione)
e la conoscenza della lingua inglese almeno per la comprensione di documenti tecnici.
Sono disponibili alcuni posti di uditore a 1500 euro. L’uditore puo’ non essere laureato, al termine
del corso riceve solamente un attestato di partecipazione, non il titolo di studio.

Maggiori informazioni sul Master possono essere reperite a questi indirizzi:
http://www.unibo.it/Portale/Offerta+formativa/Master/2008-2009/Scienze_e_Tecnologie_del_Software_Libero.htm
http://www.m-fosset.cs.unibo.it

Renzo Davoli
direttore
Alma Mater Studiorum: Universita’ di Bologna
Dipartimento di Scienze dell’Informazione

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Libertà individuale ed egoismo collettivo

Posted by Marco Frattola on May 19, 2005
AttivAzione, software libero / No Comments

Il post [0] che di seguito vado a citare, mi ha fatto molto riflettere su come (una volta di più), dal messaggio del software libero, si arrivi rapidamente a
trattare di libertà a 360 gradi:

Marco Milanesi <kpanic @ muppetslab.org> wrote:


ciao _______, ti ringrazio per l’intervento.
secondo me il punto è la
tutela della libertà di tutta la società, non solo quella del singolo.


quindi i BSD non garantiscono la libertà della società, ma del
singolo IMHO. dato che la mia idea di società non è egoistica,
abbraccio sicuramente il copyleft.

[...]

però quando si ha un ruolo così importante, come quello di Linus
Torvalds, nella comunità allora le tue scelte diventano globali, non
singolari.

se leggo su un dizionario la definizione di libertà [1]
riesco a collegarla poco a qualche concetto comunitario: nella maggioranza delle definizioni (ma non in tutte) risulta un concetto legato all’individuo

secondo me, queste concezioni, sono l’eredità storica di un mondo che
solo nel secolo scorso è riuscito a dare una dimensione individualista
all’impostazione della vita quotidiana, come estrema reazione [2] a
secoli di società in cui democrazia e diritti del singolo non erano
minimamente concepiti [3], ed alcuni gruppi elitari/oligarchici comandavano su una massa indistiguibile di creature pressoché senza diritti

fatto salvo che non voglio certo rivoluzionare il significato della
parola libertà [4], forse il vero nemico di oggi (e non mi riferisco solo al
software) non è tanto la “schiavitù(che nell’ambito del sw, si traduce
in “proprietario”)
che si oppone alla “libertà“, ma l’egoismo

la libertà è un requisito indispensabile
ma ci vorrebbe perfino un movimento del software “altruista“, anche se
questo aggettivo, in italiano, rende poco in qualità di contrario del termine egoismo (che è
un lemma più forte e carico di significati)

meditiamoci sopra…

Note:
[0] thread passato sulla mailing-list del LUGPiacenza, in seguito alla vicenda di Torvalds con BitKeeper (leggansi “No More Free BitKeeper” e “RMS: BitKeeper bon-voyage is a happy ending“)
[1] http://www.demauroparavia.it/63458 oppure http://www.garzantilinguistica.it/interna_ita.html?sinonimi=0&exact=true&parola=40602
[2] dico “estrema” perchè penso che ormai siamo arrivati all’esasperazione dell’individualismo stesso
[3] ed è proprio la Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, che ci piace tanto, a costituire un punto cardine della svolta della società moderna in tal senso
[4] oggi, troppo spesso, nascono diatribe tra schiere di persone che si lamentano sul significato di alcune parole che va mutando… queste persone dimenticano due cose: a) la lingua è uno strumento in continua evoluzione e segue usi e costumi del popolo che la parla; b) potrebbero impegnare le loro parole per scopi migliori e non per cause perse

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OS/2: alzati e cammina

Posted by Valerio Ravaglia on April 25, 2005
AttivAzione, petizioni, software libero / Comments Off

“Petizione con raccolta firme per chiedere all’ IBM il rilascio del codice sorgente del sistema operativo OS/2 o almeno della parte sulla quale la multinazionale ne detiene i completi diritti.”

L’ iniziativa è stata lanciata da OS2 World.Com una comunità internazionale di utilizzatori del sistema operativo OS/2 che ha redatto una petizione la quale, una volta terminata la fase di raccolta firme, verrà inviata ai responsabili IBM.

La petizione, ad un giorno dal comunicato stampa, è già stata sottoscritta da più di 3400 persone e non mancherà certo di sollevare accese discussioni e probabilmente qualche polemica. Come è noto, infatti, IBM mostra da tempo particolare attenzione al mondo “Opensource” ed è evidente che un eventuale rilascio del codice del suo storico sistema operativo, sotto qualche forma di licenza libera, potrebbe non solo fare in qualche modo resuscitare un sistema operativo destinato al sicuro oblio, ma costituire un elemento d’ interesse per l’ intero movimento del software libero. Non sono pochi infatti a sostenere che OS/2, seguendo in qualche modo la sorte toccata a Netscape e StarOffice, una volta ripulito delle parti strettamente “proprietarie” e rilasciato liberamente alla comunità di sviluppatori, potrebbe diventare una seria alternativa ai sistemi GNU/Linux o almeno complemento, soprattutto sul versante desktop.

I problemi che possono ostacolare il rilascio di OS/2 come software libero, sembrano risiedere in molte componenti del sistema operativo che sono state sviluppate nel tempo da terze parti e delle quali, quindi, IBM non possederebbe i diritti. I più maligni sostengono inoltre che l’ apertura del codice di OS/2 esporrebbe IBM alla scoperta dell’ utilizzo di molto codice che non le apparterebbe.

Nel 2000 IBM ha stipulato un accordo con la società Serenity Systems International che le garantisce la distribuzione di un nuovo sistema operativo denominato eComStation , basato sul sul kernel dell’ultima versione rilasciata di OS/2.

La petizione può essere letta e firmata al seguente indirizzo:

http://www.os2world.com/petition/

Io, che nei primi anni 90 nutrivo una particolare simpatia per OS/2, l’ ho firmata e non nascondo che vedere risorgere questo ottimo sistema operativo come software libero, non mi dispiacerebbe affatto.

Alcune letture sulla storia di OS/2 e sulla sua attuale situazione:

L’ ottima pagina di Wikipedia (EN)
Il sistema operativo IBM OS/2 (IT)
OS/2 Timeline (En)
Il sito ufficiale di IBM sull’ OS/2 (En)

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Esci dalla preistoria ed abbandona i dinosauri.

Posted by Valerio Ravaglia on April 19, 2005
AttivAzione, software libero / No Comments

Microsoft Italia® ha da qualche tempo avviato una nuova, martellante, campagna pubblicitaria dedicata alla nuova versione di Office, denominata 2003. Adesso non ci chiedono più “dove vogliamo andare”, ce lo indicano direttamente loro: dobbiamo uscire dalla preistoria. Qualche considerazione tra il serio e il faceto.

Negli spot (dategli un’ occhiata, è uno spasso!) si dice testualmente:

“Esci dalla preistoria! Il lavoro si è evoluto. La tecnologia si è evoluta. Microsoft Office si è evoluto. E tu?”

Ed io ho fatto un esperimento:

Un amico mi ha gentilmente concesso l’ uso del suo personal computer dotato di una versione di Microsoft® Windows® 2000, release qualchecosa, service pack qualcosa e dotato di una versione di Microsoft Word® versione 9.0.3821 SR-1

Ho creato un simpatico file contenente semplicemente 2 parole e più precisamente: “Ciao mondo” il file è stato poi salvato con il nome “mondo.doc”.

Lo stesso amico, che stà seriamente prendendo in considerazione di abbandonare i dinosauri, ha infatti installato sul pc anche OpenOffice.Org e più precisamente la versione 1.1.3.
Eseguo quindi la stessa operazione con l’ elaboratore testi di OpenOffice creando lo stesso identico file contentente le stesse identiche due parole ed i risultati sono questi:

File di word = 19.456 bytes
File di openoffice = 5.248 bytes

Il file di Openoffice risulta quasi quattro volte più piccolo!

Le parole “Ciao mondo” valgono 10 byte, cosa diavolo ci sarà nelle altre migliaia di bytes di entrambe le versioni? “I formati!” direte voi, ed è vero, ma tra i due file c’è un’ importante differenza: in quello di OpenOffice potete vedere l’ _intero contenuto_ in chiaro[1], in quello di Word quasi l’ intero contenuto del file è criptato in uno dei tanti formati segreti di Microsoft e quindi illeggibile.

All’ interno del documento di word, nella piccola parte scritta in chiaro, ad ogni modo, ci troviamo delle cose interessanti tipo il nome dell’ utente (quello di Windows) che ha creato il documento e il nome della postazione di lavoro. A voi immaginare cosa possa esserci nella parte criptata, immagino che non sia difficile trovarci il numero di licenza del software.

Insomma è un po come accingersi a scrivere una lettera tradizionale ed accorgersi che il vostro fornitore di carta, vi ha venduto dei fogli dove tramite uno speciale inchiostro simpatico, è stato scritto il vostro codice fiscale. Simpatico no?

Qualcuno potrebbe obiettare che trattasi appunto di versioni vecchie di Word e che le nuove, a suon di euro da sborsare, avranno nuove ed incredibili “feauteres” ed effetti speciali.
Voi ci credete o non sarebbe forse meglio seguire il saggio consiglio che ci arriva da Microsoft Italia®: Uscite dalla preistoria ed abbandonate i dinosauri!

Io mi sono occupato del TREX-elaboratore-testi™ se qualcuno vuole fare prove analoghe col Brontosauro-foglio-di-calcolo™, saremo curiosi di vederne i risultati, e sopratutto cosa succede nella nuova versione, grazie ;-)

[1] Gli archivi di OpenOffice vengono memorizzati in formato XML compresso; per vederne i contenuti dovete “scompattare” i file con un apposito software. Per farlo all’ interno di Windows vi consiglio il fantastico: 7-zip, libero e gratuito e vi renderete conto di come per i file di OpenOffice i contenuti siano aperti, accessibili nonchè convertibili, lasciandovi la più ampia libertà di decisione su cosa ne volete fare dei vostri dati e, viceversa, di quanto siate irrimediabilmente nelle mani dei formati chiusi di Microsoft per i vostri documenti creati con Word.

Brasile: solo software libero per “connettere” i PC.

Posted by Valerio Ravaglia on April 14, 2005
software libero / No Comments

Come molti di voi sapranno, nei mesi scorsi il governo presieduto da Luis Ignacio Lula da Silva, ha varato un piano di aiuti per le persone con meno facoltà economiche per l’ acquisto di Personal Computer e relativa connessione ad Internet. Secondo i dati più recenti infatti, in Brasile, la popolazione che dispone di un Personal Computer connesso ad Internet non raggiungerebbe il 10%, mentre su base annuale, gli elaboratori venduti non raggiungono il milione di unità.

Con un impegno di circa 70 milioni di euro in agevolazioni fiscali per le case produttrici di PC nazionali, il Governo brasiliano vuole arrivare a mettere a disposizione delle macchine equipaggiate di processore AMD da 2,2 Ghz, 128 MB di RAM, HD 30Gb, CD-ROM e monitor 15″ al costo di 1.400 reais, l’ equivalente di circa 400 euro. Con l’ aggiunta della possibilità di rateizzare il pagamento con interessi molto bassi e con accordi stipulati con i principali provider del paese, per fornire la connessione ad Internet a prezzi vantaggiosi, l’ obiettivo del Governo è quello di raggiungere la distribuzione di 1 milione di calcolatori, in pratica, di raddoppiare la vendita dei personal computer nel paese, con una movimentazione del mercato informatico brasiliano per circa 400 milioni di euro.

Cifre di questa portata hanno ovviamente attratto l’ attenzione di Microsoft che, in alternativa alle soluzioni software inizialmente previste basate su piattaforme libere (come ad esempio una distribuzione brasiliana di GNU/Linux denominata “Kurumin” ), ha proposto l’ adozione di una versione ridotta nelle funzionalità di Windows XP, la “Starter Edition”[1] – [2] appositamente studiata per i paesi in via di sviluppo come Indonesia, Malaysia e Thailandia, dove viene commercializzata al prezzo di 36 dollari per postazione. Il coordinatore del programma “PC Conectado” Cezar Alvarez assieme ai suoi analisti, hanno tuttavia ritenuto la versione di Windows proposta estremamente limitata nelle funzionalità, in quanto mancante di importanti servizi presenti nella versione standard di Windows XP, come la possibilità di eseguire più di 3 applicazioni contemporaneamente o le funzioni di networking che in questa versione risultano artificiosamente limitate.

Il Governo Brasiliano, che come è noto, ha da tempo inziato un progetto per l’ adozione del software libero nella pubblica amministrazione[3] , oltre che programmi per l’ inclusione digitale rivolti alle persone e alle zone più povere del paese, si è trovato a dover dibattere a lungo l’ argomento tra le posizioni di chi sosteneva la soluzione Windows perchè più diffuso e conosciuto e per una sua presunta maggiore facilità di utilizzo e le posizioni di chi, invece, sostiene la necessità dell’ utilizzo esclusivo di software a codice aperto, ai fini della diffusione della conoscenza, della preparazione e della indipendenza informatica del paese.

In questo contesto si è improvvisamente inserita l’ autorevole voce del MIT Media Lab (Massachusetts Institute of Technology) [4] che, da quanto riportato dall’ agenzia Reuters in una lettera indirizzata direttamente al Presidente Lula, avrebbe fortemente caldeggiato la scelta del software libero. Nella missiva firmata dal Direttore del Media Lab Walter Bender, si legge “In contrapposizione all’ impiego di versioni limitate di costosi programmi proprietari, consigliamo l’ adozione di software libero di alta qualità.”, “Il software libero è di gran lunga migliore in termini di costi, potenza e qualità”. Nella comunicazione Vengono poi sottolineati i fattori sociali e culturali del codice aperto, che costituiscono uno degli aspetti più importanti e degli obiettivi della iniziativa stessa del Governo brasiliano: ”
“L’open source è utile non soltanto come esempio per la programmazione delle idee e la sua implementazione, ma anche per far crescere la comunità di sviluppatori in quanto strumento sociale accessibile per l’apprendimento e la pratica comune”, “”Se il codice sorgente è proprietario, risulta non accessibile alla maggioranza delle persone e finisce con il rubare alla popolazione un modo per imparare e per lavorare”.

E’ evidente che per il big di Redmon una tale presa di posizione, da parte di uno dei più importanti centri di ricerca ICT a livello mondiale, ha avuto l’ effetto di un calcio di rigore subito nei tempi supplementari. Infatti, successivamente alla presentazione ufficiale da parte di alcuni rappresentanti della multinazionale statunitense della versione ridotta di Windows, la questione della scelta del sistema operativo sembra essersi definitivamente chiusa.

Sérgio Amadeu da Silveira, che ha partecipato all’ incontro, ha dichiarato che la soluzione presentata da Microsoft è stata ulteriormente ritenuta insufficente e che: “Il PC Conectado proposto dal Governo verrà equipaggiato solo con software libero”.

Per l’ avvio definitivo del programma rimangono soltanto da definire nel dettaglio i termini finanziari dell’ operazione. La proposta iniziale prevedeva un prezzo massimo per la vendita di 1400 reais, al quale lo Stato Federale contribuisce con 200 reais per arrivare ad quindi ad un costo finale per i cittadini che corrisponde a circa 350 euro. Il pagamento dell’ importo potrà essere dilazionato in 24 rate alle quali verrà applicato un tasso di interesse oscillante tra un minimo dell’ 1,5% ad un massimo del 2% ma in ogni caso l’ importo della rata non dovrà superare i 50 reais mensili. Il governo stà ipotizzando di poter ulteriormente migliorare le condizioni di vendita del “PC Conectado” riccorrendo al “Fundo de Amparo ao Trabalhador (FAT)”.

Il Brasile, con i suoi 170 milioni di abitanti, rappresenta la principale economia del continente sudamericano e con le scelte effettuate negli ultimi anni non possiamo che concordare con il commento apparso sul New York Time: “Brasile: il più grande e migliore amico del software libero”.[5]

Fonti:

Software Livre – Brasil
Il MIT chiede Free Software per le famiglie brasiliane

La Rivoluzione digitale di Lula, ma è già scontro sul software
Brasile: il software è povero ma bello. E soprattutto libero
Lula, scegli l’open source: parola del Mit
Sistemi liberi, il Mit scrive a Lula

L’open source e le pubbliche amministrazioni

Note:

[1] Microsoft Windows XP Starter Edition Fact Sheet
[2]
Windows Xp Starter Edition: troppo povero per essere vero

[3] La scelta dell’ esecutivo brasiliano di dare preferenza alla soluzioni informatiche basate sul software libero è già stata in passato causa di forti tensioni tra l’ azienda americana e il Presidente dell’Istituto Nazionale di Tecnologia dell’ Informazione (ITI) del Brasile, Sérgio Amadeu da Silveira, che aveva definito come “una inaccettabile ingerenza da parte di una azienda privata nell’ amministrazione di un governo di uno stato libero e democraticamente eletto”, la scelta di Microsoft di distribuire pacchetti software gratuitamente nelle pubbliche amministrazioni e nelle scuole brasiliane, e più precisamente, come la prima dose di droga distribuita dagli spacciatori e per questo fu oggetto di denuncia per diffamazione da parte di Microsoft. La corporation, probabilmente a causa del forte sostegno ricevuto da Amadeu dallo stesso Governo Brasiliano nonché dalla comunità internazionale del software libero, ritirò in seguito la denuncia:

Microsoft cita Sergio Amadeu
Comunicato stampa di SERGIO AMADEU: “Il futuro è libero”
Vittoria! La Microsoft abbandona azione legale contro Amadeu

[4] MIT Media Lab: Il prestigioso laboratorio per gli strumenti di comunicazione del Massachusetts Institute of Technology (MIT) del Professor Nichola Negroponte

[5] Brazil: Free Software’s Biggest and Best Friend

By TODD BENSON (NYT)
ABSTRACT – Brazilian government of Pres Luiz Inacio Lula da Silva looks poised to take its free software campaign to masses; plans to roll out much ballyhooed progam by end of April called PC Conectado, or Connected PC, aimed at helping millions of low-income Brazilians buy their first computers; progam may end up offering computers with only free software, including operating system, handpicked by government instead of giving consumers option of paying more for, say, basic edition of Microsoft Windows

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Codice Libero? L’ altra faccia del Software – prima parte.

Posted by Valerio Ravaglia on March 25, 2005
AttivAzione, software libero / Comments Off

Il termine “software” è oggi universalmente utilizzato per indicare la componente immateriale che governa moltitudini di apparecchiature elettroniche, che vanno dai più semplici apparati di comunicazione quali telefoni e fax, agli elettrodomestici, per arrivare a quelli che rappresentano i principali responsabili, di ciò che comunemente viene indicata come la più grande rivoluzione tecnologica degli ultimi decenni: i “personal computer”, principali protagonisti della diffusione di massa delle tecnologie digitali.

Ma quale è il reale significato di tale parola e come mai interi Governi nazionali, Istituzioni pubbliche, aziende private e semplici cittadini, pongono tanta attenzione su questo argomento che a prima vista sembrerebbe una semplice questione di circuiti ed apparati elettronici? Ed ancora, come è possibile che a tale tecnologia venga associato o meno il concetto di libertà?

Per cercare di dare una risposta a tali quesiti, dobbiamo fare un passo indietro nel tempo e raccontarvi di una storia fatta di linguaggi e difficoltose comunicazioni tra uomo e macchina. Una storia nella quale l’umanità sembra apparentemente uscirne vincente, ma che in realtà si dimostra piena di insidie e allo stesso tempo presenta grandi opportunità di sviluppo sociale, che naturalmente una società civile ha l’obbligo di cercare di non farsi sfuggire.

Il linguaggio umano è caratterizzato dalla moltitudine di concetti e di simboli che li rappresentano; ma ad un certo punto della storia alcuni filosofi, matematici e teorici, compresero che l’universo di queste comunicazioni poteva essere riassunto in sole due informazioni, che dal punto di vista teorico potremmo chiamare: l’esistenza e la non esistenza di qualcosa.

Per fare un esempio pratico di comunicazione con queste due semplici informazioni, pensate ad un intesa (in termine tecnico chiamata “protocollo”) tra voi ed un vostro conoscente, per la quale stabilite che se avete una luce accesa comunicate che siete in casa, mentre se la luce è spenta significa che siete altrove. Allo stesso modo il “protocollo” potrebbe complicarsi e coinvolgere due luci, stabilendo per esempio che se una luce è accesa e l’altra spenta, il messaggio è che siete in casa, mentre se entrambe sono accese significherà che siete in casa ma che siete occupati; entrambe le lampade spente potrebbero comunicare che non siete in casa.

Con questa logica e con due semplici informazioni di base (acceso/spento) una volta stabilito il protocollo, sarete in grado di comunicare molte informazioni, tante quante sono le combinazioni dello stato di acceso/spento del numero di lampade che il vostro “protocollo” prevede (a voi il compito di immaginare quale tipo di informazione potrebbe aggiungere una terza lampada, es: sono in casa, sono occupato perchè stò mangiando, oppure perchè sono al telefono etc.)

Nel corso della storia e con l’evoluzione tecnologica, fu naturale poi per qualcuno individuare il fatto che questa logica potesse essere facilmente applicata ai congegni elettronici, per loro natura in grado di recepire solo due due tipi di informazioni: presenza o assenza di energia elettrica. Sostanzialmente, un certo numero di lampade che con la loro combinazione di stato acceso/spento, comunichino informazioni.

L’ elettronica ha l’enorme vantaggio di essere estremamente veloce e di occupare pochissimo spazio; pensate a migliaia di microlampade in grado di accendersi o spegnersi in una frazione di secondo e in questo modo trasportare milioni di informazioni ad una velocità incredibile. Una forma qualsiasi di comunicazione elettronica, per queste ragioni, è destinata a sopravanzare qualsiasi altro mezzo di comunicazione e così è stato.

Tuttavia ci si rese subito conto che il dialogo tra uomo e macchina elettronica sarebbe stata cosa complessa; il primo in grado di comunicare un’ infinità di concetti e in grado di sviluppare altrettanti simboli per rappresentarli, sull’altro versante macchine in grado di recepire solo due stati fisici: presenza o assenza di energia, che per convenzione e per utilità, furono rappresentati dai numeri 0 e 1.

Due mondi distanti e due linguaggi completamente diversi. Per comunicare, fornire informazioni, istruire macchine dal linguaggio così limitato, era necessario gettare un ponte tra i due mondi, creare il traduttore universale capace di trasformare il pensiero umano in informazioni per la macchina. In pratica si rese necessario creare una sorta di sottoinsieme del linguaggio umano, una specie di dialetto, trasformabile dal traduttore in un qualcosa di comprensibile ed eseguibile dalla macchina cioè, un insieme di istruzioni fatte di zero e di uno.

Fu così che questa comunicazione uomo/macchina cominciò a strutturarsi a livelli in ognuno dei quali l’essere umano e la macchina ricoprono ruoli e funzioni ben precise, dai confini spesso invalicabili.

I programmatori sono le persone che conoscono la logica dei computer, le operazioni che sono in grado di compiere e i dialetti utilizzabili per fornire la serie di istruzioni comprensibile ed eseguibile dal calcolatore, vale a dire il programma.

Il primo stadio del software è quindi quello scritto dai programmatori nel linguaggio di programmazione prescelto. A questo livello il software prende il nome di codice sorgente, in tale forma il programma risulta comprensibile, studiabile e modificabile dai programmatori, ma non è eseguibile sui computer. Per ottenere un programma in grado di fare eseguire ai calcolatori qualche tipo di operazione, è necessario tradurre il codice sorgente nel corrispondente codice eseguibile, che viene anche denominato codice binario.

L’ operazione di conversione da codice sorgente a codice binario viene effettuata da un particolare programma appositamente creato e che prende il nome di compilatore. Esistono specifici compilatori per ogni linguaggio di programmazione.

Solo dopo la fase di compilazione il software prende la forma di programma eseguibile; l’aspetto negativo è che in questa fase del suo ciclo di vita, il programma risulta comprensibile ai computer ma non lo è più per i programmatori i quali, per capire o modificare il programma, devono fare sempre riferimento al corrispondente codice sorgente. Inutile dire che se per qualsiasi motivo il codice sorgente dovesse andare perso, il programmatore non sarebbe più in grado di modificare il programma, di controllarne il funzionamento e di correggerne i potenziali errori.

Facciamo un esempio pratico. Quello che segue è il codice sorgente di un banale programma di esempio scritto nel linguaggio di programmazione denominato “C”:

          #include 
          main()
         {
              printf ("Hello World"n);
          }

Il banale scopo del programma di esempio, è quello di fare apparire sul monitor la scritta “Hello World”. Dopo la fase di compilazione lo stesso programma, in forma di codice eseguibile, apparirà al programmatore più o meno nel seguente modo:


éÐÿÿÿ1í^‰áƒäðPTRhðƒ##hƒ##QVhlƒ##è¿ÿÿÿô��U‰
åSètë#ƒÀ#£””##ÿÒ¡””##‹#…ÒuëÆ#Œ•###ÉÉöU‰
åQQ‹#p•#ƒÀ#ƒÀ#Áè#Áà#)ăìhx„##è#ÿÿÿƒÄ#ÉÃ������U‰
åWVSƒìè¾þÿÿ�ƒ#ÿÿÿ�“#ÿÿÿ‰Eð)Ð1öÁø#9Æs#‰×ÿ#²‹Mð)
GCC: (GNU) 3.4.1 ÿÿÿÿ˜”##

Si tratta del codice binario del programma. Come vedete, qualcosa di assolutamente incomprensibile anche per i programmatori.

Ora, se ci venisse in mente di effettuare una versione Brasiliana del programma di esempio, dovremmo procedere alla sostituzione nel codice sorgente, della stringa “Hello World” con la corrispondente in portoghese “Oi Mundo” ed effettuare di nuovo la fase di compilazione. Se per qualche motivo non avessimo accesso al codice sorgente, l’operazione non sarebbe possibile. In pratica non avremmo la libertà di tradurre o di modificare il programma come vorremmo.

Chiunque fosse in possesso della versione binaria potrebbe eseguire il programma e fare apparire la scritta “Hello World” sullo schermo, ma solo chi fosse in possesso del relativo codice sorgente potrebbe modificarlo, per esempio, per tradurlo in altra lingua, oppure per estenderne le funzionalità.

Il software è sempre più coinvolto in moltissimi aspetti della nostra vita quotidiana. I computer vengono usati per elaborare i conti e le transazioni bancarie, gestiscono le amministrazioni pubbliche, i voli aerei, le strutture sanitarie. Il software controlla il modo in cui comunichiamo, lavoriamo e studiamo; è difficile individuare un qualsiasi settore della società moderna, nel quale le tecnologie digitali non vengano in qualche modo utilizzate.

Tutto ciò è sotto il controllo di codici che, nel momento in cui si riesca in qualche modo a legittimarne o giustificarne la mancanza di accessibilità al corrispondente codice sorgente, possono risultare incomprensibili e segreti.

Questo tipo di evoluzione nella gestione dei programmi per elaboratori, è esattamente quella a cui si è assistito con l’avvento del Software Proprietario. Una modalità di sviluppo del software proposto principalmente dalle Software House, cioè da aziende (sopratutto Multinazionali) che grazie all’applicazione di rigide leggi sul copyright e tramite brevetti, impostano il loro business sulla realizzazione e commercializzazione di software in formato binario, quindi eseguibile dai calcolatori ma senza il relativo codice sorgente. Il risultato è quello che viene comunemente chiamato pacchetto software, che viene commercializzato alla stregua di un qualsiasi prodotto materiale ma il cui uso, è spesso vincolato e limitato da severe licenze di utilizzo. Inutile dire che essendo tali pacchetti non corredati dal corrispondente codice sorgente, non solo ogni modifica o adattamento di tali programmi acquistati risulta impossibile, ma anche la semplice conoscenza di ciò che è scritto nel codice e il controllo delle operazioni che il computer esegue, risulta complicato se non addirittura impossibile. A questo punto l’accostamento tra le parole “software” e “libertà di utilizzo” cominciano ad avere un senso.

Naturalmente la maggior parte degli utilizzatori di computer e di altri congegni elettronici, trova del tutto naturale avere a che a fare solo con la parte eseguibile del software e normalmente poche persone si preoccupano della disponibilità o meno del codice sorgente, dopotutto chi non è programmatore non saprebbe nemmeno che farsene; ma probabilmente, dopo questo nostro breve viaggio nel tempo tra codici e linguaggi, qualcuno avrà intuito l’importanza della posta in gioco e forse si starà domandando per la prima volta se una tecnologia di tale importanza, possa essere chiusa e tenuta al segreto nelle mani di chi ne controlla il codice sorgente; se questo tipo di business che basa la sua giustificazione filosofica ed etica sulla difesa della “proprietà intellettuale”, non possa risultare pericoloso e dannoso nei confronti della libera circolazione della conoscenza, del progresso tecnologico, delle opportunità di sviluppo e crescita sociale per l’umanità intera.

La distribuzione e la commercializzazione di software a sorgente chiuso è ormai divenuta una consuetudine e in molte realtà è adirittura concepita come l’unica metodologia di sviluppo dei programmi possibile, ma la storia della tecnologia digitale non è iniziata in questo modo e quello a cui assistiamo oggi assomiglia all’espressione di una logica di mercato distorta, dove la filosofia del massimo profitto con il minimo sforzo, si sostituisce alle esigenze di progresso tecnologico, culturale e sviluppo sociale, che una moderna società democratica e civile dovrebbe perseguire.

Il nostro viaggio tra le foreste simboliche dei linguaggi e dei codici, continuerà nella seconda parte di questo articolo, dove cercheremo di parlarvi di una storia parallela e strettamente legata a quella degli zero e degli uno macinati dai microprocessori. Una storia affascinante iniziata e portata avanti da persone esperte, abili giocolieri dei codici, che dal buio delle loro stanze illuminate solo dalla debole luce dei display, hanno saputo mostrare al mondo intero l’aspetto più umano della tecnologia. Richiedendo a gran voce la libera circolazione del pensiero, dell’ informazione e la condivisione della conoscenza, hanno trascinato con se migliaia di collaboratori, creato una comunità internazionale, risvegliato l’interesse e le coscienze di programmatori, tecnici, politici, sociologi e di decine di Governi e di pubbliche amministrazioni di tutto il mondo: il movimento del Software Libero.

Software libero contro il “digital divide”

Posted by Valerio Ravaglia on March 24, 2005
AttivAzione, software libero / Comments Off

Commento ad un articolo apparso sul supplemento di The Economist Technology Quarterly.

La diatriba “Linux” vs windows francamente è di quanto più noioso e stupido si possa assistere; non solo perchè non si capisce il motivo per il quale dovremmo continuamente confrontarci con il sistema operativo proprietario e chiuso di casa Redmond e dimostrare di essere tecnologicamente superiori, ma anche perchè costituisce una inutile perdita di tempo e risorse che potrebbero essere impiegate decisamente in modo migliore.
Ecco finalmente un articolo che mette in luce delle qualità diverse del software libero che raramente vengono prese in considerazione e spiegate.

Il modello di sviluppo aperto caratteristico del software libero, propone diversi evidenti vantaggi che vanno dalla riduzione dei costi alla trasparenza e sicurezza del codice, per arrivare alla maggiore indipendenza rispetto ai fornitori di tecnologia, ma questi non sono gli unici aspetti positivi dei quali il software libero può vantarsi.

Il codice aperto infatti, in quanto completamente fruibile, modificabile e ridistribuibile, può essere anche tradotto e “localizzato” da chiunque ne abbia la necessità. Ed ecco che gli “Eroi locali” dell’ opensource rendono accessibile KDE e Gnome in almeno il doppio dei linguaggi disponibili per windows.

KDE è già disponibile in 42 diverse lingue ed altre 46 sono in fase di sviluppo, allo stesso modo Mozilla parla 65 lingue ed altre 34 stanno per arrivare e OpenOffice è disponibile in 31 idiomi compreso Slovenian, Basque, Galician, e lacuni linguaggi Indiani come Gujarati, Devanagari, Kannada and Malayalam. Altri 44 linguaggi compariranno a breve compreso: Icelandic, Lao, Latvian, Welsh e Yiddish.

Potenza della comunità hacker, potenza della libertà nella tecnologia e nella conoscenza.

Sull’ altro versante windows 2000 viene proposto in 24 lingue e windows XP in 33, mentre l’ ultima versione di office è disponibile in sole 20 lingue. Il motivo di tale differenza di lingue disponibili confronto al software libero è evidente e non necessita di spiegazioni: cosa importa alla multinazionale americana di rendere disponibile, per esempio, la propria tecnologia in Zulu, Xhosa, Venda, Sesotho ed altri linguaggi africani, quando è più alto il costo per tale lavoro che gli introiti che ne deriverebbero?

Il software libero rappresenta oggi una incredibile risorsa per queste popolazioni, che la logica del puro profitto vorrebbe vedere escluse.

Per una volta nella storia, un piccolo grande dono di riparazione dal mondo occidentale; dopo esserci tanto macchiati di imperdonabili misfatti non facciamoci sfuggire l’ occasione di contribuire a dare un volto più umano a questo mondo.

FSFE aiuterà Microsoft a rimettersi in piedi

Posted by Marco Frattola on March 24, 2005
fsf / fsfe, software libero / Comments Off

“Pensiamo che sia durata abbastanza” dice l’Avvocato Carlo Piana, che
rappresenta la Free Software Foundation Europe (FSFE) davanti alla Corte
Europea. “Aspettare che Microsoft proponga soluzioni per ristabilire la
concorrenza sembra una totale perdita di tempo. Perciò abbiamo
cominciato a lavorare sulle condizioni che realizzino ciò che la
Commissione Europea ha cercato di ottenere con la sua decisione,
sostenuta dalla Corte Europea.”

“Il Team Samba ha oltre 12 anni di esperienza di lavoro
sull’interoperabilità col software Microsoft. Abbiamo lavorato per molti
anni nell’area del software per Workgroup server,” spiega Jeremy Allison
del Team Samba. “Sappiamo esattamente quali informazioni sono necessarie
per ripristinare almeno la possibilità di una concorrenza. Così
metteremo quell’esperienza a disposizione della Commissione Europea.”

“Microsoft s’è comportata come certi bambini riottosi che si buttano per
terra e devono essere trascinati per tutta la strada,” afferma Georg
Greve, presidente della FSFE. “Dal momento che Microsoft sembra non aver
voglia di alzarsi e camminare, aiuteremo la Commissione a rimetterla in
piedi e a farla procedere verso il ristabilimento della concorrenza. Se
continuano a puntare i piedi, la Commissione dovrebbe mettere termine
a quest’indegno spettacolo e multare una volta per tutte Microsoft di un
5% sul giro d’affari giornaliero netto del mercato di riferimento per
ogni giorno in cui non saranno in regola.”

Il caso antitrust nell’Unione Europea va avanti da anni. Per tutto il
tempo, Microsoft ha tergiversato, cercando di bloccare e rallentare
l’indagine della Commissione Europea e il ripristino della concorrenza a
ogni occasione.

E addirittura, a fronte di una multa dalla Commissione che ha battuto
tutti i record, Microsoft ha speso svariate volte quella cifra per
sollecitare i sostenitori della Commissione Europea a non partecipare
alla causa di appello presso la Corte Europea, promossa per evitare di
dare ai concorrenti le informazioni necessarie per ottenere
l’interoperabilità.

La Corte Europea non si è fatta ingannare da queste tattiche ed ha
ordinato a Microsoft di adeguarsi immediatamente alle condizioni della
Commissione Europea. In risposta a questo, Microsoft ha offerto un
accordo di licenza progettato per creare ulteriori ostacoli alla
concorrenza.

La Commissione Europea ha ora riconosciuto in modo ufficiale questo
fatto, chiedendo ancora a Microsoft di consentire la concorrenza, dopo
aver mostrato negli anni passati un’incredibile pazienza con Microsoft,
un fatto del quale il gigante del software ha fin troppo abusato.

Adesso è tempo che la Commissione chieda attivamente a Microsoft di
adottare soluzioni e condizioni che possano davvero ripristinare la
concorrenza. La mancata adozione di tali soluzioni e ulteriori ritardi
costituirebbero un danno per l’intera area economica europea.

La Commissione Europea dovrebbe fissare un termine definitivo perché
Microsoft si adegui a quanto stabilito e alla decisione della Corte
Europea. Se Microsoft continuerà a perdere tempo, la Commissione
dovrebbe imporre la massima sanzione possibile di un 5% del giro
d’affari netto sul mercato di riferimento per ogni giorno di ritardata
applicazione.

“Microsoft abusa della pazienza dell’Europa da anni, ormai” conclude
Georg Greve. “Dovrebbero mettersi in regola o compensare il danno che
hanno causato. Dato il loro comportamento durante gli anni passati e i
loro portafogli eccezionalmente gonfi, ai quali l’Europa ha contribuito
non poco, il 5% sembra effettivamente adeguato.”


Che cos’è la Free Software Foundation Europe:

La Free Software Foundation Europe (FSF Europe) è una organizzazione
non governativa senza fini di lucro che si dedica a tutti gli aspetti
del Software Libero in Europa. L’accesso al software determina chi
può far parte di una società digitale. Quindi la libertà di usare,
copiare, modificare e redistribuire software, come descritto nella
definizione di Software Libero, permette parità di partecipazione
nell’era dell’informazione. Portare all’attenzione del pubblico
questi temi, dare solide basi politiche e legali al Software Libero e
assicurare libertà alle persone supportando lo sviluppo di Software
Libero, sono temi centrali per la FSF Europe, che è stata fondata nel
2001 come organizzazione sorella della Free Software Foundation
statunitense.

Per maggiori informazioni: http://fsfeurope.org/

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