“Caro Ministro, niente scherzi: il referendum va fatto nell’election day†– Lettera al ministro di Giovanni Guzzetta & Mario Segni27 febbraio 2009Signor ministro Maroni,lo scorso dicembre lei annunciò l’intenzione del Governo di accorpare in unica tornata, il cosidddetto “election day †del 7 giugno, le elezioni europee e quelle amministrative. Lei indicò come primo motivo il forte risparmio che ne sarebbe derivato.Le scrivemmo immediatamente plaudendo alla sua decisione e chiedendo che il governo facesse a questo punto, come ci sembrava logico, il passo successivo, e cioè accorpasse anche il referendum elettorale. Era evidente d’altra parte che il risparmio conseguente al referendum sarebbe stato notevolmente maggiore, dato che interessa tutti i cittadini e non solo, come per queste elezioni amministrative, una parte.
Non c’è stata alcuna posizione ufficiale del governo, se non alcune voci di stampa, che speriamo infondate, le quali indicherebbero l’intenzione di indire il referendum una settimana dopo l’election day, cioè il 14 giugno.
Ma vi è adesso un fatto nuovo. Uno dei più autorevoli centri di ricerca italiani, la “Voce.infoâ€, ha calcolato in 400 milioni di euro circa il costo che subirebbe la collettività da un mancato accorpamento. Il rifiuto di inserire il referendum nell’election day costerebbe quindi all’Italia una somma enorme. E’ superfluo indicare i tanti modi in cui cifre del genere potrebbero essere utilizzate nel pieno della crisi che stiamo attraversando.
E’ stato obiettato che l’abbinamento potrebbe aumentare la percentuale dei votanti, dando così indirettamente un aiuto al referendum per il quale è prescritto un quorum minimo di validità . Ma vi è un modo semplicissimo di assicurare ad ogni elettore, anche in concomitanza con altre elezioni, il diritto di astenersi, scelta perfettamente legittima. E’ sufficiente che il presidente di seggio informi l’elettore, al momento della consegna delle schede, che può rifiutare quella per il referendum votando quindi per le altre elezioni e astenendosi su questo. La non partecipazione al voto assumerebbe in questo caso, come è giusto che sia, il significato di una consapevole scelta. Per assicurare tutto questo è sufficiente una sua circolare.
Non riusciamo a comprendere quali motivi si opporrebbero a questa scelta. Lei sa che l’abbinamento delle elezioni europee con referendum è stato fatto sia Italia, nel 1989, sia in vari altri paesi europei. Lei sa anche che l’election day, non solo per i risparmi, ma anche per la razionalizzazione della vita pubblica, è prassi costante di grandi democrazie. Nello scorso novembre tutti gli italiani hanno visto i cittadini statunitensi votare nello steso giorno per il presidente, per il governatore, per deputati e senatori, e in quasi tutti gli stati per moltissimi importanti referendum.
Siamo dunque fiduciosi che prevarrà una decisione improntata alla ragionevolezza. Per poterle esporre ancora meglio questi argomenti ci permettiamo comunque di chiederle un incontro.Rappresentiamo il comitato referendario, un potere dello Stato secondo quanto riconosciuto dalla Corte costituzionale, il quale ha il diritto e il dovere di rappresentare i cittadini che hanno firmato (820 mila) e il loro diritto a che l’iter referendario si svolga nel modo più corretto e lineare.Giovanni Guzzetta
Mario Segni
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SÃŒ ALLA VITA, NO ALLA TORTURA DI STATO – 21 FEBBRAIO TUTTI A PIAZZA FARNESE
Appello dì Lorenza CARLASSARE, Andrea CAMILLERI, Furio COLOMBO, Umberto ECO, Paolo FLORES D’ARCAIS, Margherita HACK, Pancho PARDI, Stefano RODOTA’:
“La vita di ciascuno non appartiene al governo e non appartiene alla Chiesa. La vita appartiene solo a chi la vive. Il decreto legge di Berlusconi, trasformato in disegno di legge dopo che il presidente Napolitano, da custode della Costituzione, ha rifiutato di firmarlo, vuole sottrarre al cittadino il diritto sulla propria vita e consegnarlo alla volontà totalitaria dello Stato e della Chiesa. Rendendo coatta l’alimentazione e l’idratazione anche contro la volontà del paziente, impone per legge la tortura ad ogni malato terminale.
Pur di imporre questa legge khomeinista, Berlusconi ha dichiarato che intende sovvertire la Costituzione repubblicana. E’arrivato ad oltraggiare una delle costituzioni più democratiche del mondo, la nostra, definendola “filosovieticaâ€, mentre non perde occasioni per elogiare il suo “amico Putinâ€, ex-dirigente del Kgb. Al governo Berlusconi che ha ormai dichiarato guerra alla Costituzione repubblicana, è dovere democratico di ogni cittadino opporre un fermo “ora basta!â€.
Per dire sì alla vita e no alla tortura, per dire sì alla Costituzione e no al progetto di dittatura oscurantista, per dire sì al Presidente che sostiene la Costituzione contro chi la viola, la svilisce, la insulta, chiediamo a tutti i democratici di auto-organizzarsi per una grande e pacifica manifestazione, senza bandiere di partito, solo con la passione e l’impegno civile di liberi cittadini, a Roma, a piazza Farnese, sabato 21 febbraio alle ore 15.
Passa parola, la democrazia dipende anche da te”
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FIRMA L’APPELLO – ISCRIVITI ALLA MANIFESTAZIONE SU FACEBOOK – http://www.micromega.net
L’auspicio che l’Assemblea del PD di sabato 21 febbraio 2009, indetta dopo le dimissioni di Veltroni da segretario, diventi opportunità di consultazione popolare attraverso le primarie, prende corpo dalle intenzioni manifestate in Rete da quelli che possono essere il rinnovamento reale di un partito che deve, di fatto, ancora nascere per ciò che è stato concepito.
Le parole di Giuseppe, Francesco, Marco, Ivan, Luca, alla luce dell’incontro di oggi: «Non si torna indietro, serve una svolta: primarie subito».
Dal blog di Kuda:
Nella finanziaria del 2008 il Governo Prodi aveva introdotto, a decorrere dal 10 gennaio 2009, l’obbligo per gli edifici di nuova costruzione, ai fini del rilascio del permesso di costruire, l’installazione di impianti per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, in modo tale da garantire una produzione energetica non inferiore a 1 kW per ciascuna unità abitativa, compatibilmente con la realizzabilità tecnica dell’intervento.
Il governo italiano persiste con questo atteggiamento miope, arretrato e irragionevole e non perde occasione per portare avanti una malcelata battaglia contro la difesa ambientale. Fortunatamente alcuni comuni hanno già introdotto l’obbligo, ma le sostanze nocive non si fermano ai confini comunali. Chiediamo a gran voce che l’obbligo venga re-introdotto alla Camera.
Manifestiamo, in questa catena virtuale, la richiesta che venga re-introdotto alla Camera l’obbligo per le nuove costruzioni di produzione di energia da fonti rinnovabili:
ilKuda, CernuscoTV, Osservatorio sul Razzismo in Italia, Zadig, Follonica, Marcella Zappaterra, Alessandro Ronchi, Verdi Forlì-Cesena, Verdi Emilia Romagna, BaseVerde, Blog del Giorno, Letizia Palmisano, LETIZIA’S BLOG, Fiore Blog, Verdi di Ferrara, il Derviscio, Ciwati, PD Cogliate, Sale del mondo, Informazione senza filtro, Ladri di marmellate, Resistenza civile, Life in Italy, Ma’pe iabbu, Maurizio Baruffi, Dea Maltea, Eco, Sciura Pina, SpreadRSS, Tau2 Zero, BlogEko, Marcello Saponaro, Amico Fragile, Ambiental..mente, Pd Vedano, Writer, Voglio il fotovoltaico, No turbina gas, agorambiente, laStanzaDelBarone, Opinioni e Benessere, il Filo di Arianna, Maxso’s blog, Jacopo Fo, Evil Genius, Gianluca Aiello, YourPage.
“Appello per i Parchi della Lombardia” di Giuseppe Civati
Fate girare. Importante, importantissimo.
Con la sconfitta dell’emendamento “ammazzaparchi†pensavamo di aver respinto definitivamente l’assalto alla aree protette lombarde. Ma purtroppo non è proprio così. La giunta regionale ha infatti presentato un progetto di legge sui parchi (Pdl 289 – dgr 05/12/2007) che è pessimo e che assesterà un duro colpo al sistema dei parchi lombardo, che invece è ricco, in salute e richiede norme chiare per proseguire lungo la strada di uno sviluppo sostenibile, integrato anche con le attività delle comunità che vi risiedono. Dopo i primi passaggi in Commissione Ambiente del Consiglio regionale, l’ultimo oggi, abbiamo avuto modo di rilevare che tutta la legge desta molta preoccupazione e che la maggioranza e la stessa giunta regionale hanno idee molto confuse sull’intero provvedimento. Una confusione pericolosa, che rischia di indebolire il sistema delle aree protette lombarde e di rompere gli ultimi argini contro l’impetuoso consumo di suolo in Lombardia. Il progetto di legge prevede la nomina da parte della Regione dei direttori dei parchi, che indebolisce i Parchi stessi ed espone gli enti agli interessi che di volta in volta dovessero premere sui vertici dell’amministrazione regionale. Inoltre la modifica della forma giuridica al momento ipotizzata dalla Giunta rischia di determinare una forte riduzione dei finanziamenti e dell’utilizzo dei fondi a disposizione dei Parchi.
Ma non è tutto. C’è anche e soprattutto un forte rischio di riaprire le porte alle speculazioni edilizie: nel progetto di legge è previsto infatti che la giunta regionale nella fase istruttoria del piano di coordinamento del parco o di sue varianti, su proposte specifiche degli enti locali, leggi nuove urbanizzazioni, garantisce il confronto tra l’ente gestore e il comune. In caso di conflitto tra parco ed ente locale, quasi evocato dalla attuale proposta della Regione, ci penserà la Regione a metterci un mattone sopra, è proprio il caso di dire.
Tutto ciò è inaccettabile: la giunta regionale approfitta di ogni occasione per rilanciare strumenti legislativi che indeboliscono il sistema delle aree protette che invece va tutelato e promosso, anche con iniziative economiche sostenibili, come il turismo naturalistico e le produzioni agricole di qualità . Con questo appello chiediamo anzitutto che si avvii un tavolo con i presidenti dei Parchi, con le associazioni e i Comuni per studiare e avviare alla discussione in Consiglio regionale una legge condivisa e organica che rafforzi le tutele dei Parchi e garantisca un vero sviluppo del patrimonio naturale e agricolo della Lombardia.
I consiglieri regionali della commissione Ambiente: Mario Agostinelli, Dionigi Guindani, Carlo Monguzzi, Fortunato Pedrazzi, Francesco Prina, Arturo Squassina e il vostro affezionatissimo.
Si moltiplicano le iniziative individuali riguardanti il testamento biologico.
Molti scrivono direttamente la propria volontà sul proprio blog, così come Luca Sofri.
Marcello Saponaro fa qualcosa di più: oltre a scrivere il proprio, si propone di creare un vero e proprio database pubblico di testamenti biologici spontanei.
In argomento, trovo inoltre utili due link, questo (Blog Bioetiche) e questo (ADUC Salute).