C’era una volta un sogno.
Il sogno era quello di vedere il software libero, i formati aperti, la
proprieta’ della conoscenza diventare un argomento forte, un argomento
che finiva sui giornali, che riceveva l’attenzione della politica.
Centinaia di persone da anni svolgono un lavoro importantissimo e di
eccezionale valore, scrivono codice, fanno traduzioni di manuali,
mettono a disposizione distribuzioni complete, lavorano in rete per
diffondere questa possibilita’.
Gruppi, associazioni e singoli cittadini si incontrano, fanno
iniziative, condividono il proprio sapere nella speranza di una rete
piu’ democratica, di un mercato piu’ equo di una diffusione della
conoscenza.
Questo sogno si sta facendo realta’. Una realta’ che scala piano piano,
modulare ma solidissima, come il software libero.
Accade nel piccolo Friuli Venezia Giulia, dove un gruppo di persone si
e’ seduto intorno ad un tavolo per scrivere un progetto di legge che
faccia fare un passo avanti all’utilizzo del software libero a partire
dalla Pubblica Amministrazione, diventando pero’ uno strumento per la
costruzione di mercato, cultura condivisione.
Era la primavera scorsa quando il consigliere Alessandro Metz, insieme
ad un gruppo di amici, imprenditori, membri di associazioni, professori
e privati cittadini, comincia il percorso che trovate raccontato qui:
http://flossfvg.blogdns.org/.
Un percorso di democrazia partecipativa che vede, finalmente, quanti di
software libero ne sanno perche’ lo usano, lo diffondono e ci campano,
mettere la propria esperienza e competenza a favore di una iniziativa
legislativa che risponde ad una esigenza, che pone un’argine alla scarsa
attenzione dei molti, che pone le basi per un nuovo corso.
Il progetto di legge si
limita a imporre alcuni paletti che rendano il mercato realmente aperto,
che pongano i formati aperti come lo strumento con cui scambiare i dati,
che attivino quel percorso culturale che deve essere attivato.
E’ maturo
il software e il massivo utilizzo della rete come strumento di
produzione di ricchezza e di conoscenza, e’ necessario cominciare a
ragionarci a fondo.
Nonostante le belle parole del nuovo governo, ancora una volta il
software libero e’ relegato alle buone intenzioni, noi non crediamo che
questo sia possibile.
Abbiamo chiesto alla magistratura e all’autorita’ garante della
concorrenza di intervenire sulle questioni legate al rilascio da parte
dell’agenzia delle entrate di un software per il pagamento del modello
f24 telematico solo per piattaforme proprietarie, ci siamo stupiti e
appoggiamo con forza l’azione di FSFE-I contro la bruttura compiuta da
Poste Italiane che ha rilasciato migliaia di cd contenenti i CAP
italiani che ancora una volta girano solo su piattaforme proprietarie,
solo per fare qualche esempio.
Crediamo che il Progetto di Legge, il cui evidente interesse e’
certificato dal fatto che l’area di ricerca del Friuli Venezia Giulia ha
deciso di promuoverlo organizzando una iniziativa regionale, dal fatto
che la stampa costantemente riprende le questioni, dal fatto che in
questo momento centinaia di persone sono arrabbiate e preoccupate
dall’ignavia della PA che si dimentica che esiste altro, rappresenti un
piccolo passo. Un passo decisivo, un passo che portera’ a cominciare a
riconsiderare che anche un altro software e’ possibile. Rappresenta un
contributo ad un dibattito ed uno strumento operativo, esportabile; un
punto di forza da cui partire.
La politica era sempre mancata, o meglio aveva cercato di interpretare
una vicenda vasta ed articolata restando ferma nei palazzi, crediamo che
questo metodo di democrazia partecipativa faccia fare un passo avanti
alla questione, dando voce a chi sa di cosa sta parlando e ha molti
argomenti.
E’ uno degli inizi del cammino verso la liberta’, reso possibile, come i
nani sulle spalle dei giganti di medievale memoria, dall’enorme lavoro
fatto prima e dalla straordinaria capacita’ produttiva che il software
libero rappresenta e puo’ esprimere.
Lele Rozza