Archive for October, 2006
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In vista del Linux Day 2006, ho finito di aggiornare barGNU e chiuso il master…
Chiunque volesse contribuire a testare la release marchiata “10-2006″, può usare questi link:
Come di consueto, voglio ricordare che…
- in barGNU il software in sè è quasi un pretesto, nel senso che la parte documentale e filosofica sono il vero fulcro del messaggio che questo cd vuole veicolare
- la collaborazione e i suggerimenti sono aperti a tutti, basta iscriversi alla mailing list pubblica dedicata al progetto, semplicemente inviando una email vuota e senza oggetto all’indirizzo ml-bargnu-subscribe(at)lugpiacenza.org
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Per gran parte di quest’anno e del prossimo futuro, il fronte piu’ caldo su cui l’attivismo del Software Libero dovra’ agire, e’ quello del DRM (Digital Rights Management).
Proprio gli sforzi di rinnovamento della licenza di software libero piu’ diffusa e famosa, la GNU GPL, culmineranno nel rilascio della GPLv3.
Riportiamo di seguito il materiale piu’ significativo riguardante appunto il lavoro di FSF e FSFE su GPLv3 e DRM.
- GPLv3: Stesura della versione 3 della GNU General Public License
- DRM and GPLv3
- Transcript of Richard Stallman at the 4th international GPLv3 conference; 23rd August 2006
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Disney:
“Se le persone sapessero cos’e’ il DRM, avremmo gia’ fallito!”
FSFE: “DRM.info ferma il silenzio sul DRM!”
Il Software Libero e’ il
software che mette l’utente in grado di controllare i propri computer e
dispositivi. Al contrario, il Digital Restriction Management e’ una
tecnologia par mettere l’utente sotto il controllo di terzi fornitori di
materiali audiovisivi o testuali. Questi due fini appaiono
fondamentalmente incompatibili per FSFE.
Ma non e’ solamente FSFE a vedere problemi con il DRM. La societa’ tedesca
per le scienze informatiche (”Gesellschaft für Informatik”) dice: “Se il
DRM prevalesse sul mercato, allora gli utenti perderebbero il controllo
dei loro computer” [1]. Symantec condivide questa opinione: “Come
risultato, i clienti di tutto il mondo perderanno la possibilita’ di
scegliere le soluzioni per la sicurezza che vogliono usare sui propri
sistemi operativi, e saranno costretti ad utilizzare quelle soluzioni
offerte o permesse da Microsoft” [2].
Questa perdita di controllo significa che case editrici, stazioni TV,
governi (incluse le loro amministrazioni), banche, societa’ produttrici ed
individui, perderanno il controllo non solo sulle loro schede grafiche,
monitor e dischi, ma anche sui loro cellulari, fotocamere digitali e
qualsiasi altra periferica digitale che in teoria dovrebbe essere in loro
possesso.
Nonostante FSFE sia convinta che non ci sia nessun motivo legittimo per
cui una societa’ costruita sulla liberta’ e la democrazia dovrebbe
considerare giusto che qualcuno metta l’uso personale di computer e
dispositivi sotto il controllo di terze parti, siamo costretti a
riconoscere che ampi provvedimenti legislativi sono stati adottati in
tutto il mondo proprio a questo scopo.
Per questo motivo consideriamo necessaria una revisione di trattati
internazionali e leggi come TRIPS, DMCA, EUCD e altri, e cercheremo di
farlo nelle sedi adeguate, nonostante sia un compito difficile e
probabilmente non di rapido successo.
Conoscendo la tabella di marcia che comporta e assumendo che le
tecnologie DRM non scompariranno in breve tempo, abbiamo anche una serie
di obiettivi legislativi di breve-medio termine:
-
Segnali di avvertimento di DRM sui prodotti
Ai consumatori dovrebbe essere data una giusta possibilita’ di non
comprare accidentalmente prodotti che li incatenino al controllo di
terze parti. Per poter prendere decisioni consapevoli, essi
dovrebbero ricevere le informazioni necessarie al momento
dell’acquisto. -
Permettere l’aggiramento delle misure DRM per scopi legali
L’uso legale di computer e dispositivi personali non dovrebbe mai
diventare illegale. Ma questo e’ proprio l’effetto ottenuto da alcuni
provvedimenti “anti-aggiramento”: operazioni permesse dalla legge
diventano illegali, non per l’operazione in se’, ma per l’aggiramento
necessario per esercitare un proprio diritto. -
Nessun DRM nel contesto della politica
I governi devono mantenere il pieno e sovrano controllo dei propri
dati, procedure e decisioni. Un utente di software con DRM, inclusi i
governi, non potra’ mai avere il pieno controllo sui propri computer.
Per questa ragione i sistemi DRM non devono avere spazio all’interno
della politica. -
Servizi pubblici per tutti
I servizi pubblici dovrebbero essere disponibili a tutti i cittadini,
inclusi quelli che fanno uso di
Software Libero. Dovrebbe
quindi essere obbligatorio fornire sempre un modo per accedere a
servizi e informazioni pubbliche tramite Software Libero.
DRM.info
Per affrontare questi problemi e portarli all’attenzione pubblica, FSFE
ha avviato DRM.info, una piattaforma
collaborativa di informazione con i contributi di organizzazioni
provenienti da diverse aree, tra cui diritti digitali, biblioteche,
tutela dei consumatori e comunita’ creative.
Visitate subito DRM.info e indirizzate
altri al sito mettendo un collegamento ad esso: aiutateci a diffondere la
notizia.
Supportare DRM.info
Il portale DRM.info e’ mantenuto dalla Free
Software Foundation Europe (FSFE), che si finanzia autonomamente
attraverso donazioni e i contributi
della
Fellowship di FSFE.
e’ anche possibile contribuire
come volontari.
-
[1]
http://www.gi-ev.de/fileadmin/redaktion/Download/GI-Position_Urheberrecht2006.pdf
-
[2]
http://www.symantec.com/enterprise/security_response/weblog/2006/08/assessment_of_vista_kernel_mod.html
Copyright (C) FSF Europe. Ultima modifica: 2006-10-14 20:14:33
La copia letterale e la distribuzione di questo articolo nella sua
integrita’ sono permesse con qualsiasi mezzo, a condizione che questa
nota sia riprodotta.
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La fine e l’inizio.
di Georg Greve
Pubblicato inizialmente sul quotidiano tedesco Handelsblatt Nr. 181, 17
settembre 2004, pagina 19.
Sapete che cos’e’ il “Digital Rights Management” (DRM) ? Ecco come funziona:
Il vostro giornale e’ disponibile unicamente tramite abbonamento – comprarlo
in un’edicola non e’ possibile. La casa editrice vi ha fatto accettare di leggere
il giornale solamente a casa. Non appena lasciate casa vostra, le lettere sulla
carta scompaiono – a meno che non abbiate pagato una maggiorazione
dell’abbonamento. E qualora cancelliate il vostro abbonamento, anche tutte le
lettere dei giornali che avete collezionato, spariranno.
Pensiate che io sia paranoico e abbia bisogno di visitare uno psichiatra?
Ebbene, questo scenario e’ basato completamente sulla realta’: “Janus”
e’ un servizio di Microsoft per “affittare” musica e segue esattamente il
modello descritto sopra. E se i clienti lo accettano, per la societa’ saranno
soldi facili.
Ci sono altre societa’ di IT che vogliono lucrare sul rights management: IBM
fornisce un chip apposito per i portatili, mentre Utimaco fornisce software per
la cifratura dei dati.
Ma che cosa ha a che fare tutto cio’ con i vostri diritti? Per scegliere il nome
del suo servizio, Microsoft si e’ rivolta alla mitologia romana: Giano era
adorato come il dio del principio e della fine. E nel nome di Microsoft e’
iniziata la fine dei diritti degli utenti e l’inizio delle loro restrizioni:
Digital Restriction Management – l’acronimo (DRM) e’ sempre lo stesso.
-
[1]
http://www.gi-ev.de/fileadmin/redaktion/Download/GI-Position_Urheberrecht2006.pdf
-
[2]
http://www.symantec.com/enterprise/security_response/weblog/2006/08/assessment_of_vista_kernel_mod.html
Copyright (C) FSF Europe. Ultima modifica: 2006-08-19 09:49:55 (reinhard)
La copia letterale e la distribuzione di questo articolo nella sua integrita’ sono permesse con qualsiasi mezzo, a condizione che questa nota sia riprodotta.
Si prega di segnalare eventuali errori in questa pagina a webmaster at fsfeurope.org.
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C’era una volta un sogno.
Il sogno era quello di vedere il software libero, i formati aperti, la
proprieta’ della conoscenza diventare un argomento forte, un argomento
che finiva sui giornali, che riceveva l’attenzione della politica.
Centinaia di persone da anni svolgono un lavoro importantissimo e di
eccezionale valore, scrivono codice, fanno traduzioni di manuali,
mettono a disposizione distribuzioni complete, lavorano in rete per
diffondere questa possibilita’.
Gruppi, associazioni e singoli cittadini si incontrano, fanno
iniziative, condividono il proprio sapere nella speranza di una rete
piu’ democratica, di un mercato piu’ equo di una diffusione della
conoscenza.
Questo sogno si sta facendo realta’. Una realta’ che scala piano piano,
modulare ma solidissima, come il software libero.
Accade nel piccolo Friuli Venezia Giulia, dove un gruppo di persone si
e’ seduto intorno ad un tavolo per scrivere un progetto di legge che
faccia fare un passo avanti all’utilizzo del software libero a partire
dalla Pubblica Amministrazione, diventando pero’ uno strumento per la
costruzione di mercato, cultura condivisione.
Era la primavera scorsa quando il consigliere Alessandro Metz, insieme
ad un gruppo di amici, imprenditori, membri di associazioni, professori
e privati cittadini, comincia il percorso che trovate raccontato qui:
http://flossfvg.blogdns.org/.
Un percorso di democrazia partecipativa che vede, finalmente, quanti di
software libero ne sanno perche’ lo usano, lo diffondono e ci campano,
mettere la propria esperienza e competenza a favore di una iniziativa
legislativa che risponde ad una esigenza, che pone un’argine alla scarsa
attenzione dei molti, che pone le basi per un nuovo corso.
Il progetto di legge si
limita a imporre alcuni paletti che rendano il mercato realmente aperto,
che pongano i formati aperti come lo strumento con cui scambiare i dati,
che attivino quel percorso culturale che deve essere attivato.
E’ maturo
il software e il massivo utilizzo della rete come strumento di
produzione di ricchezza e di conoscenza, e’ necessario cominciare a
ragionarci a fondo.
Nonostante le belle parole del nuovo governo, ancora una volta il
software libero e’ relegato alle buone intenzioni, noi non crediamo che
questo sia possibile.
Abbiamo chiesto alla magistratura e all’autorita’ garante della
concorrenza di intervenire sulle questioni legate al rilascio da parte
dell’agenzia delle entrate di un software per il pagamento del modello
f24 telematico solo per piattaforme proprietarie, ci siamo stupiti e
appoggiamo con forza l’azione di FSFE-I contro la bruttura compiuta da
Poste Italiane che ha rilasciato migliaia di cd contenenti i CAP
italiani che ancora una volta girano solo su piattaforme proprietarie,
solo per fare qualche esempio.
Crediamo che il Progetto di Legge, il cui evidente interesse e’
certificato dal fatto che l’area di ricerca del Friuli Venezia Giulia ha
deciso di promuoverlo organizzando una iniziativa regionale, dal fatto
che la stampa costantemente riprende le questioni, dal fatto che in
questo momento centinaia di persone sono arrabbiate e preoccupate
dall’ignavia della PA che si dimentica che esiste altro, rappresenti un
piccolo passo. Un passo decisivo, un passo che portera’ a cominciare a
riconsiderare che anche un altro software e’ possibile. Rappresenta un
contributo ad un dibattito ed uno strumento operativo, esportabile; un
punto di forza da cui partire.
La politica era sempre mancata, o meglio aveva cercato di interpretare
una vicenda vasta ed articolata restando ferma nei palazzi, crediamo che
questo metodo di democrazia partecipativa faccia fare un passo avanti
alla questione, dando voce a chi sa di cosa sta parlando e ha molti
argomenti.
E’ uno degli inizi del cammino verso la liberta’, reso possibile, come i
nani sulle spalle dei giganti di medievale memoria, dall’enorme lavoro
fatto prima e dalla straordinaria capacita’ produttiva che il software
libero rappresenta e puo’ esprimere.
Lele Rozza
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Riportiamo l’esauriente comunicato stampa di FSFE in merito alla vicenda dei CAP, “privatizzati” dalle Poste Italiane nonostante siano di pubblico dominio.
Ricordo che l’articolo sul tema, di Carlo Piana, apparso sul suo blog, sarà presente anche nella sezione “Spotlight” del cd di barGNU, la cui nuova release sarà distribuita al Linux Day 2006.
[FSFE] Poste Italiane privatizza i CAP, la FSFE li libera
FSF Europe – Chapter Italy Press Agency italy at press.fsfeurope.org
Fri Oct 13 11:43:02 CEST 2006
Indipendentemente dalla ragione (dolo o ignoranza), resta il fatto che
ci hanno provato a rendere inaccessibili i CAP di recente riformulati.
A provarci è stata Poste Italiane Spa. A liberarli, invece, sono stati
un gruppo di programmatori italiani di software libero, Danilo
Cicerone, Cristiano Boncompagni, Giuseppe Borzì, Ivan Sergio Borgonuovo
e Roberto Vichi con la supervisione legale dell’avv. Carlo Piana di Free
Software Foundation Europe. Lo sforzo congiunto ha consentito di
ricostruire il file con l’elenco pubblico dei CAP disponibile ora sul
sito di FSFE [1] e rilasciare una nuova versione aggiornata del
programma libero Trovacap [2].Ma perché doversi dare da fare per un dato che a memoria dovrebbe
essere pubblico, accessibile e facilmente ricercabile? Ripercorriamo in
modo rapido la vicenda. Il 20 settembre 2006, con la riorganizzazione
dell’elenco dei CAP, Poste Italiane ha modificato la sua politica: dal
suo sito rende possibile la ricerca di singoli CAP, ma non consente più
l’accesso all’elenco completo. L’elenco ufficiale è scomparso anche dal
sito del Ministero delle Comunicazioni. Ma chi volesse ottenerlo, è
costretto ad acquistare un programma proprietario, peraltro funzionante
solo su piattaforma Windows.Dunque è stato necessario correre ai ripari e sviluppare un sistema che
facesse ciò che dovrebbero fare le istituzioni o le aziende che da
quelle istituzioni sono pagate. Secondo Stefano Maffulli, presidente
della sezione italiana di FSFE «siamo di fronte al secondo caso di
boicottaggio dei cittadini, dopo la questione degli F24 online[3].
Bisogna vigilare sempre per evitare che diritti fondamentali come
l’accesso pubblico a dati pubblici siano garantiti anche nel mondo
digitale».Purtroppo non è possibile sapere con esattezza se l’elenco è veramente
completo, ma ci aspettiamo una risposta ufficiale dal Ministero delle
Comunicazioni al riguardo. «Siamo riusciti con il contributo di molti a
ricostruire l’elenco dei nuovi CAP per rilasciare la versione aggiornata
del programma e ora attendiamo riscontri per migliorarlo ancora» ha
dichiarato Danilo Cicerone, autore di Trovacap e aggiunge «ma sarebbe
molto più elegante oltre che giusto se il Ministero ristabilisse
l’equilibrio pubblicando la lista ufficiale».Per approfondire la vicenda:
- Le modalità offerte da Poste Italiane per accedere all’elenco dei CAP,
http://www.poste.it/postali/cap/index.shtml- Trovacap: un programma libero che facilita la ricerca dei CAP per le
località italiane. Disponibile per UNIX/Linux (X11), Microsoft
Windows e MacOS X, http://www.digitazero.org/?p=41- “Per chi suona il CAP?”, di Carlo Piana (rappresentante
legale della FSFE per il caso Microsoft Vs Unione Europea),
http://www.piana.eu/cms/index.php?option=com_content&task=view&id=24&Itemid=14- “Quei cd dei CAP che fra tre mesi si butteranno via” di Toni De
Marchi, http://www.unita.it/view.asp?IDcontent=59883- “Quei cd dei CAP che fra tre mesi si butteranno via”, da GNUvox
http://www.gnuvox.info/index.php/2006/09/26/quei_cd_dei_cap_che_fra_tre_mesi_si_butt
- Poste.it, i nuovi CAP.. discriminano?,
http://punto-informatico.it/p.aspx?id=1657114&r=PI- Liberiamo l’elenco dei CAP italiani, petizione al governo italiano
http://www.petitiononline.com/freecap/petition.htmlNote:
[1] Il programma libero Trovacap http ://www.digitazero.org/?p=41
[2] L’elenco dei CAP (non ufficiale) in formato SQLite si può scaricare
da http://www.fsfeurope.org/it/projects/cap/[3] Il problema di fondo del F24 online
http://www.gnuvox.info/index.php/2006/08/31/usi_gnu_linux_non_puoi_pagare_le_tasseChi è Free Software Foundation Europe
La Free Software Foundation Europe (FSFE) è una organizzazione non
governativa senza fini di lucro che si dedica a tutti gli aspetti
del Software Libero in Europa. L’accesso al software determina chi può
far parte di una società digitale. Quindi la libertà di usare,
copiare, modificare e redistribuire software, come descritto nella
definizione di Software Libero, permette parità di partecipazione
nell’era dell’informazione. Portare all’attenzione del pubblico questi
temi, dare solide basi politiche e legali al Software Libero e
assicurare libertà alle persone supportando lo sviluppo di Software
Libero, sono temi centrali per la FSFE, che è stata fondata nel
2001 come organizzazione sorella della Free Software Foundation
statunitense.Contatti:
Stefano Maffulli
Tel: +39 02 34 537 127Carlo Piana
Danilo Cicerone
Ivan Sergio Borgonovo
Roberto J. Vichi
Cristiano Boncompagni
Per maggiori informazioni:
http://fsfeurope.org/
press [at] italy.fsfeurope.orgMore information about the Press-release-it mailing list