Considerazioni su DRM e GPLv3

Posted by Marco Frattola on March 17, 2006
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Da più parti stanno nascendo dibattiti sul capitolo DRM introdotto nella bozza della v3 della licenza GNU GPL…

Dalla bozza corrente della GNU GPLv3:

3. Digital Restrictions Management.

As a free software license, this License intrinsically disfavors technical attempts to restrict users’ freedom to copy, modify, and share copyrighted works. Each of its provisions shall be interpreted in light of this specific declaration of the licensor’s intent. Regardless of any other provision of this License, no permission is given to distribute covered works that illegally invade users’ privacy, nor for modes of distribution that deny users that run covered works the full exercise of the legal rights granted by this License.

No covered work constitutes part of an effective technological protection measure: that is to say, distribution of a covered work as part of a system to generate or access certain data constitutes general permission at least for development, distribution and use, under this License, of other software capable of accessing the same data.

Nell’ultimo decennio il baricentro dell’attenzione del business tecnologico si è spostato dal software in se’ ai contenuti veicolati digitalmente, siano essi su supporto fisico o per via telematica.
E’ naturale perciò aspettarsi che il vero punto caldo non sia più la licenza con cui viene distribuito il software, quanto piuttosto la licenza (passatemi l’espressione) con cui viene regolata la fruizione di tali contenuti.
Le tecnologie digitali permettono alle major cinematografiche e discografiche introiti enormi e possibilità di mercato ben più aperte rispetto ai produttori/venditori di software; questi ultimi hanno di per loro tutto l’interesse a rimanere agganciati “al treno” della fruizione digitale, soddisfando i criteri che le suddette major vorrebbero imporre cercando di ingabbiare i consumatori, attraverso vincoli tecnologici limitanti le libertà del consumatore stesso e tendenti a massimizzare il profitto riducendo le capacità/volte della fruizione stessa.
In questo contesto, si inserisce la revisione 3 della GPL; così come le precedenti versioni della licenza, anche la GPLv3 mira a salvaguardare principalmente le libertà di chi utilizza il software. Fino alla GPL 2, attraverso il semplice ma ingegnoso utilizzo del copyright (arrivando alla definizione del copyleft). Ora il copyright (copyleft) non è più sufficiente, perché è sul campo del controllo dei contenuti che si sposta il centro della battaglia, non più sul controllo (leggi: chiusura) del software in se’. E’ per questo che la GPLv3 vuole escludere i meccanismi di DRM e limitazione della privacy dell’utilizzatore finale dal software con essa licenziato.

La posta in gioco è troppo alta, per chi “produce” software, per potersi permettere di rimanere escluso dai grandi circuiti di distribuzione di contenuti multimediali.
Anche un Torvalds della situazione, autore di un kernel utilizzato in diverse soluzioni embedded e sistemi di riproduzione multimediale, è evidentemente spaventato dall’eventualità di inimicarsi le suddette major, sposando la linea anti-DRM tracciata dalla FSF mediante la GPLv3 in corso di stesura.

Personalmente, ritengo che, quanto maggiore sarà la determinazione con cui FSF proseguirà su questa linea (e così mi aspetto da Stallman e Moglen), tanto efficace sarà il successo con il quale il mercato premierà questa scelta.
Il mercato – che siamo noi – tenderà secondo me fisiologicamente verso l’adozione di strumenti tutelati dalla GPLv3, in quanto saranno gli unici in grado di garantire in termini legali la libertà e la riservatezza nella fruizione di contenuti multimediali.
Penso infatti che sia l’assenza di tali garanzie il motivo per cui, a oggi, la maggioranza del mercato accetti più o meno passivamente di sottostare a perversi sistemi DRM: l’assenza di alternative provoca l’appiattimento dell’offerta e l’assuefazione ai meccanismi di limitazione, è quindi proprio il compito della GPLv3, creare l’alternativa.
Così come la GPLv2 ha creato l’alternativa, per l’utente finale, a un modello chiuso e proprietario di licenza del software e il mercato ha dato ragione a FSF, dal momento che il successo del Software Libero è oggettivo e tangibile.

    Link:

  1. Una guerra senza prigionieri: DRM e GPLv3
  2. http://www.italy.fsfeurope.org/projects/gplv3/gplv3.it.html
  3. FSF’s Stallman pitches new definition for C.R.A.P.
  4. Are anti-DRM declarations falling on deaf ears?
  5. Can you trust your computer? (RMS)
  6. http://www.no1984.org/
  7. Torvalds: No GPL 3 for Linux
  8. Torvalds says DRM isn’t necessarily bad
  9. Linux Licensing
  10. (EFF) Digital Rights Management and Copy Protection Schemes
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