La direttiva sui brevetti sw è stata respinta

Posted by Marco Frattola on July 06, 2005
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La direttiva COD/2002/0047, dopo tre anni di iter parlamentare, è stata respinta con 648 voti su 680. [...]

La cosiddetta “posizione comune”, voluta subdolamente da una parte del Consiglio Europeo, è stata rigettata nella votazione tenutasi alle 12:30 circa di oggi; le motivazioni possono essere state molteplici, anche se già da ieri si fiutava l’odore di un accordo trasversale in tal senso – a partire dal PPE, attraversando PSE e ALDE – attorno al quale si raccoglievano sempre più consensi.

Da un lato ci sono i lobbyisti di EICTA che accolgono con favore questa soluzione, di fronte allo spauracchio del blocco degli emendamenti Buzek-Rocard-Duff i quali avrebbero probabilmente rastrellato un numero sufficiente di voti per essere approvati.

Dall’altro c’è un Parlamento che, con un commento tanto onesto quanto duro di Rocard (e sulla stessa linea quello della ns. europarlamentare Monica Frassoni), vuole far riflettere tutti sul comportamento ignobile e assai poco democratico che Consiglio e Commissione Europea hanno tenuto durante l’iter procedurale, facendosi beffa delle decisioni del Parlamento della prima lettura.

A metà ci sono le organizzazioni, quelle che si battono per delle libere infrastrutture di accesso all’informazione e quelle che si battono per il software libero; queste devono sicuramente registrare positivamente questa giornata sul calendario, accompagnandola però più con un sospiro di sollievo che con una bottiglia di spumante alzata ad una vittoria.
Nonostante la Commissione, attraverso il portavoce McCreevy, abbia dichiarato di non aver intenzione di ripresentare un’altra direttiva in materia, dubito che all’EICTA stiano con le mani in mano di fronte a questa situazione.

Dal punto di vista giuridico-legale dunque, i brevetti software rimangono, in un’aula di tribunale, carta straccia, dal momento che in materia vige ancora la Convenzione Europea di Monaco (art. 52 nella fattispecie).

La Free Software Foundation Europe dal canto suo ha però, oggi stesso, colto l’occasione propizia per risollevare un argomento a questo punto spinoso: definire le attuali responsabilità dell’Ufficio Brevetti Europeo (”EPO”) (il quale deve smettere di rilasciare brevetti sul software) e studiare l’istituzione di un supervisore per tale ufficio.

A margine, estraggo dal freddo comunicato dell’EPO:

As with all inventions, CII are only patentable if they have technical character, are new and involve an inventive technical contribution to the prior art. Moreover, the EPO does not grant “software patents”: computer programs claimed as such, algorithms or computer-implemented business methods that make no technical contribution are not considered patentable inventions under the EPC. In this respect, the practice of the EPO differs significantly from that of the United States Patent & Trademark Office.

E’ incredibile con quale faccia tosta affermino di “non aver mai rilasciato brevetti sul software in quanto la EPC non li consideri brevettabili” …

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breve carrellata di articoli apparsi in proposito:

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