Archive for June, 2005

Sulla conversione al Software Libero in azienda

Posted by tius on June 28, 2005
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Se prendo un’azienda ove venga usato come sistema operativo il ben noto Windows, in una delle sue versioni, dal 98 2nd edition passando dal 2000 pro per finire con XP pro, ed analizzo gli applicativi software che potrebbero venir usati, potrei osservare che la parte del leone la farebbero senza dubbio gli applicativi del pacchetto MS Office, seguiti magari da sistemi di gestione magazzino/ordini dbms (per es. IBM AS400), da CAD 3D (per es. Solid Edge) per la progettazione e magari anche da altri CAD per operazioni in 2D (per es. AutoCAD LT).

Se a questo ipotetico quadro aggiungo anche il fatto che i software regolarmente licenziati siano la minima parte, credo di aver delineato una situazione non troppo distante da molte realtà.

Visto che per tutti questi (tranne che per il CAD 3D, forse) esistono alternative nel mondo del software libero, in particolar modo mi riferisco all’ottimo OpenOffice.org, e che vi sono anche particolari pacchetti che dovrebbero permettere di poter utilizzare applicativi nati per Windows anche sotto S.O. liberi quale GNU Linux, mi chiedo allora il perchè della riottosità della maggioranza delle aziende a passare gradualmente, e magari anche solo per determinati dipartimenti all’inizio, a sistemi e/o applicativi liberi; vista anche l’abbondanza di software sotto licenza GNU GPL appositamente sviluppati per i sistemi operativi Microsoft.

Eppure, sono sicuro, in questa azienda da un lato si fanno molti sforzi per contenere le spese mentre dall’altro sprechiamo denaro per un continuo upgrade degli elaboratori.
Poi, non sono neanche in regola con la legislazione (fuorilegge!) ed in caso di un controllo… ma li faranno sul serio i controlli?
C’è senza dubbio qualcosa che mi sfugge.

Eppure, l’ho capito anche io (!) che usando software libero aiutiamo le nostre libertà, così che nel mio piccolo sono passato ad usare quasi esclusivamente software libero sotto windows e stò adesso piano piano muovendo i miei primi passi nel mondo di GNU Linux non senza difficoltà ma con molte soddisfazioni, rimpiangendo solo di aver conosciuto l’informatica solo dopo oltre 7 lustri di vita.

Brevetti SW, in attesa del voto di luglio…

Posted by Marco Frattola on June 25, 2005
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Il 20 giugno il JURI (Commissione Affari Legali del Parlamento Europeo), riunito per votare l’ammissione degli emendamenti proposti alla Direttiva sulla brevettabilità del software, ha lasciato in gran parte inalterato il testo proposto dal Consiglio Europeo.

Sono passati solo pochi degli emendamenti proposti da Rocard, tendenti a dirimere/azzerare le ambiguità su termini come invenzioni attuate per mezzo di elaboratori elettronici ed esprimere senza mezzi termini la non brevettabilità del software.
La delusione di FFII è forte, anche per il fatto che molti EP teoricamente schierati contro i brevetti hanno inspiegabilmente votato contro gli emendamenti suggeriti da FFII stessa.

Il rapporto di FFII sulla giornata del voto (in inglese): “JURI Committee leaves Council text largely unchanged

In realtà, ci spiega Jonas Maebe, non è detta l’ultima parola su tali emendamenti, in quanto tutti quelli respinti dal JURI possono essere ripresentati all’assemblea plenaria del Parlamento Europeo il 6 luglio (presumibile data del voto).

Ciò che sicuramente è necessario: fare sentire la voce di chi è contrario ai brevetti software.
Giornali, radio, televisioni, tutti i mezzi disponibili: per dimostrare che il Parlamento Europeo non sarà corrotto fino in fondo dalla lobby dei brevetti/EICTA, che la competitività europea deve continuare ad esistere e lo può fare solo grazie alle PMI, le vere vittime dei brevetti software.

Serie di altri articoli che trattano la questione:

Brevetti: l’appello di FFII e April

Posted by Marco Frattola on June 18, 2005
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Focus Nell’imminenza del voto dell’europarlamento sulla direttiva che vorrebbe introdurre la brevettabilità del software, FFII (Foundation for a Free Information Infrastructure) e April (Association pour la Promotion et la Recherche en Informatique Libre) stanno sensibilizzando i cittadini europei con la lettera di seguito riportata.

1) Il voto in Seconda Lettura sulla direttiva sui brevetti software ci sarà in 11-13 giorni lavorativi il 5 o 7 Luglio.

2) Le attività di lobby a Bruxelles sono pesanti, attualmente c’è molta pressione sui Parlamentari Europei da parte di aziende a favore del brevetto software. La lobby a favore della brevettazione ha più di 30 lobbisti in più di noi, la maggior parte si spaccia per portavoce delle PMI.

3) È necessario darsi da fare, presso http://noepatents.eu.org/ manteniamo una lista di quello che potete fare come PMI o come individuo. Consigliamo in particolar modo che contattiate in fretta il vostro Parlamentare e, se potete parlare per una PMI, che attendiate alla conferenza Economic Majority il 29 giugno a Bruxelles. Vi preghiamo di decidere presto sulla vostra partecipazione, in
modo che si possa ottenere in anticipo un appuntamento col vostro Parlamentare o col suo assistente.

Cordialmente,

Hartmut Pilch, Gérald Sédrati-Dinet, FFII, Ludovic Pénet, APRIL

[FSFE] Brevetti: concluse con successo a Bruxelles le “Giornate delle PMI italiane”

Posted by Valerio Ravaglia on June 16, 2005
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Una rappresentanza di aziende italiane, capitanata da Giacomo Cosenza (Sinapsi Spa), si è coordinata tramite gli sforzi di Free Software Foundation Europe per incontrare a Bruxelles gli europarlamentari e portare la propria voce in tema di brevetti sul software. L’iter ufficiale per l’approvazione della proposta di direttiva europea sulla brevettabilità dei programmi per elaboratore, infatti, sta proseguendo attraverso storture che rischiano di generare convinzioni tendenziose tra chi sarà chiamato il 20 Giugno a dare un parere sul controverso argomento nella Commissione Giuridica dell’Europarlamento.

Le dichiarazioni di Confindustria [1], favorevole al testo attuale della Direttiva che sancisce la legalizzazione dei brevetti sulle idee astratte, hanno avuto molta più visibilità delle opinioni contrarie della maggioranza delle aziende italiane. Inoltre solo Confindustria si è potuta permettere dei lobbisti professionisti a Bruxelles per assicurarsi colloqui con gli europarlamentari italiani. Le altre realtà imprenditoriali e associative hanno avuto finora solo l’appoggio di FSFE
e FFII per spiegare i motivi per cui il provvedimento darà origine a danni più che a benefici per il tessuto tecnologico ed economico europeo. «La Confederazione generale dell’industria italiana non è l’unico referente dell’ICT italiano – spiega Stefano Maffulli, presidente della sezione italiana di FSFE – perché è portavoce solo di una parte delle opinioni dei soggetti coinvolti. Si prenda, a titolo di esempio, la posizione di Confesercenti [2], totalmente dissonante rispetto alle posizioni di Confindustria.»

Giacomo Cosenza ha compiuto il tour dei colloqui con i parlamentari europei: «Stiamo facendo un giro di tutti i nostri referenti istituzionali, anche quelli contrari alla direttiva, per capire le convinzioni da cui prendono le mosse e rinforzare l’intenzione negativa per chi invece voterà già in questo senso. Occorre infatti sottolineare che il software libero non è affatto il problema specifico in discussione: la direttiva penalizzerebbe pesantemente tutte le PMI che operano nel settore del software, a prescindere dal tipo di licenza con cui esso è distribuito».

Riferimenti:

[1] http://punto-informatico.it/p.asp?i=53055&r=PI
[2] http://www.confesercenti.it/settore_2.php?table=novita&livello1=Novit%C3%A0&tabella_utente=ass_settore&id_settore=32

Nasce l’Associazione Wikimedia Italiana

Posted by Valerio Ravaglia on June 15, 2005
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Wikipedia, l’enciclopedia multilingue che tutti possono integrare e utilizzare, è online dal gennaio del 2001 e presenta articoli in più di 100 lingue; attualmente è l’enciclopedia “a contenuto libero” più grande del mondo e che cresce più velocemente. Ogni giorno vengono aggiunti a Wikipedia quasi 5.000 nuove voci, accompagnati da un numero dieci volte maggiore di interventi sugli articoli esistenti.

Wikipedia cresce alimentata dal contributo on-line di volontari, i Wikipediani (quelli italiani sono più di 12.000), che quasi mai si conoscono di persona: questo permette una vasta cooperazione a costi molto bassi, ma presenta alcuni svantaggi ai quali si cerca di porre rimedio organizzando raduni periodici in varie parti del mondo; in Italia questi raduni si tengono con cadenza quasi trimestrale da circa un anno.

Il prossimo incontro si terrà sabato 18 giugno a Valentano (circa 30 km da Viterbo) alle ore 10,30 in Via della Corte 31/G, nei pressi della strada statale “Castrense” in direzione Latera/Gradoli/Acquapendente. Questa sarà la prima riunione dell’Associazione Wikimedia Italiana, il cui statuto verrà firmato venerdì 17 presso lo studio del Notaio Adriano Castaldi in Canino, Via Marcoaldi 14.

La partecipazione ai raduni è libera e aperta a tutti, non solo ai Wikipediani! Per chi non conosce l’ubicazione del raduno, per Valentano è previsto un appuntamento alle ore 9, presso la località “Crocefisso”, in corrispondenza dell’incrocio tra la strada statale “Castrense” e la provinciale per Capodimonte e Marta.

Il crescente successo della Wikipedia, anche in lingua italiana, è testimoniato dall’aumento delle voci presenti sul sito (ormai quasi 50.000) e dal numero crescente di modifiche effettuate; i contenuti sono caratterizzati da un’impostazione enciclopedica e dalla ricerca di un punto di vista neutrale. Anche il numero di pagine consultate è in continuo aumento, così come la disponibilità di progetti collegati, tutti gestiti dalla Wikimedia Foundation e caratterizzati dall’uso della GNU Free Documentation License (la licenza GNU per la documentazione libera), il cui testo è reperibile in rete.

Informazioni aggiuntive

Per domande ed interviste, è possibile contattare:

  • Frieda Brioschi – segea@segea.it – 328 0731320
  • M7 – mario.m7 @ gmail.com

Un palmare GNU/Linux per un fortunato fellow.

Posted by Valerio Ravaglia on June 12, 2005
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L’ azienda tedesca Xtops.DE dona alla FSFE un computer palmare che verrà estratto a sorte tra chi risulta sottoscrittore del programma Fellowship entro il 25 giugno.

Si tratta di un “palmtop” Sharp SL-C1000, equipaggiato con sistema operativo GNU/Linux messo a disposizione da Xtops.DE un’ azienda tedesca con sede a Berlino specializzata nella fornitura di Laptops, Notebooks and PDA con sistema operativo GNU/Linux preinstallato e già sponsor di diversi progetti relativi al Software Libero.

Il fortunato vincitore verrà estratto alle ore 14:00 del 25 Giugno per la chiusura della manifestazione LinuxTag che si svolge tra il 22 e il 25 di Giugno in Karlsruhe, Germania.

Attualmente i “fellows” in Europa sono più di 300, c’è ancora qualche giorno di tempo per aderire al programma fellowship e in questo modo, oltre a sostenere in maniera efficace il lavoro della Free Software Foundation Europe, sperare di venire baciati dalla dea bendata e diventare possessori di questo invidiabile “oggettino”.

I miei particolari auguri vanno al fellow n°8, cioè io :-)

Happy Hacking

Il comunicato ufficiale (in inglese)
Review of Sharp Zaurus SL-C3000

Per maggiori informazioni sul programma “Fellowship” della FSFE:
http://www.attivazione.org/wp/?page_id=27
http://fsfe.org/

Manifesta contro i brevetti software!

Posted by Valerio Ravaglia on June 11, 2005
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Singolare e ad effetto l’ ultima delle mobilitazioni online contro la direttiva sui brevetti software

L’ iniziativa, ideata dalla associazione internazionale Attac, prevede l’ inserimento di una fotografia tramite la compilazione di un semplice form; le fotografie inserite dai partecipanti (facoltativamente è possibile associare uno slogan alla foto) verrano assemblate in un grande manifesto che formerà la scritta “No ePATENTS”.

Come leggiamo sul sito della protesta: “Finora hanno partecipato a questa manifestazione 799 persone. Più persone parteciperanno più il mosaico della protesta apparirà in maniera chiara e dettagliata. Poco prima della decisione al Parlamento Europeo stamperemo l’immagine in un grande striscione e lo mostreremo di fronte al Parlamento Europeo a Strasburgo. In questo modo anche tu puoi far parte della manifestazione internazionale !!!

Una volta inserita la foto, se si è scelto di indicare un indirizzo email (facoltativo), il sistema inverà una email di notifica riportante l’ esatta posizione della foto inserita dal partecipante.

In questa pagina è possibile leggere le motivazioni della protesta.

Ho trovato simpatica l’ iniziativa e lodevole lo sforzo dal punto di vista tecnico e quindi una mia foto stà già contribuendo alla realizzazione del manifesto.

Aderite numerosi, in un certo modo saremo assieme a manifestare contro questa assurda e pericolosa direttiva a Strasburgo davanti al Parlamento Europeo.

[GNU/FSF Press] GPL Version 3: Background to Adoption

Posted by Marco Frattola on June 09, 2005
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Boston, MA, USA – Thursday, June 9, 2005 – The Free Software
Foundation (FSF) today released the following article by Richard M. Stallman and Eben Moglen discussing the forthcoming GPL Version 3.


GPL Version 3: Background to Adoption

by Richard Stallman and Eben Moglen

The GNU General Public License (“the GPL”) has remained
unmodified, at version level 2, since 1991. This is extraordinary
longevity for any widely-employed legal instrument. The durability of
the GPL is even more surprising when one takes into account the
differences between the free software movement at the time of version
2’s release and the situation prevailing in 2005.

Richard M. Stallman, founder of the free software movement and author
of the GNU GPL, released version 2 in 1991 after taking legal advice
and collecting developer opinion concerning version 1 of the license,
which had been in use since 1985. There was no formal public comment
process and no significant interim transition period. The Free
Software Foundation immediately relicensed the components of the GNU
Project, which comprised the largest then-existing collection of
copyleft software assets. In Finland, Linus Torvalds adopted GPL
Version 2 for his operating system kernel, called Linux.

That was then, and this is now. The GPL is employed by tens of
thousands of software projects around the world, of which the Free
Software Foundation’s GNU system is a tiny fraction. The GNU system,
when combined with Linus Torvalds’ Linux—which has evolved into a
flexible, highly-portable, industry-leading operating system
kernel—along with Samba, MySQL, and other GPL’d programs, offers
superior reliability and adaptability to Microsoft’s operating
systems, at nominal cost. GPL’d software runs on or is embedded in
devices ranging from cellphones, PDAs and home networking appliances
to mainframes and supercomputing clusters. Independent software
developers around the world, as well as every large corporate IT buyer
and seller, and a surprisingly large proportion of individual users,
interact with the GPL.

During the period since 1991, of course, there has developed a
profusion of free software licenses. But not in the area covered by
the GPL. The “share and share alike” or “copyleft” aspect of the
GPL is its most important functional characteristic, and those who
want to use a copyleft license for software overwhelmingly use the GPL
rather than inventing their own.

Updating the GPL is therefore a very different task in 2005 than it
was in 1991. The substantive reasons for revision, and the likely
nature of those changes, are subject matter for another essay. At
present we would like to concentrate on the institutional, procedural
aspects of changing the license. Those are complicated by the fact
that the GPL serves four distinct purposes.

The GPL is a Worldwide Copyright License

As a legal document, the GPL serves a purpose that most legal drafters
would do anything possible to avoid: it licenses copyrighted material
for modification and redistribution in every one of the world’s
systems of copyright law. In general, publishers don’t use worldwide
copyright licenses; for each system in which their works are
distributed, licensing arrangements tailored to local legal
requirements are used. Publishers rarely license redistribution of
modified or derivative works; when they do so, those licenses are
tailored to the specific setting, factual and legal. But free
software requires legal arrangements that permit copyrighted works to
follow arbitrary trajectories, in both geographic and genetic terms.
Modified versions of free software works are distributed from hand to
hand across borders in a pattern that no copyright holder could
possibly trace.

GPL version 2 performed the task of globalization relatively well,
because its design was elegantly limited to a minimum set of copyright
principles that signatories to the Berne Convention must offer, in one
form or another, in their national legislation. But GPL2 was a
license constructed by one US layman and his lawyers, largely
concerned with US law. To the extent possible, and without any
fundamental changes, GPL3 should ease internationalization
difficulties, more fully approximating the otherwise unsought ideal of
the global copyright license.

The GPL is the Code of Conduct for Free Software Distributors

Beyond the legal permission that the GPL extends to those who wish to
copy, modify, and share free software, the GPL also embodies a code of
industry conduct with respect to the practices by which free software
is distributed. Section 3, which explains how to make source code
available as required under the license, affects product packaging
decisions for those who embed free software in appliances, as well as
those who distribute software collections that include both free and
unfree software. Section 7, which concerns the effect of licenses,
judgments, and other compulsory legal interventions incompatible with
the GPL on the behavior of software distributors, affects patent
licensing arrangements in connection with industry standards. And so
on, through a range of interactions between the requirements of the
license and evolving practices in the vending of both hardware and
software.

The Free Software Foundation, through its maintenance and enforcement
of the GPL, has contributed to the evolution of industry behavior
patterns beyond its influence as a maker of software. In revising the
GPL, the Foundation is inevitably engaged in altering the rules of the
road for enterprises and market participants of many different kinds,
with different fundamental interests and radically different levels of
market power. The process of drafting and adopting changes to the
license must thus approximate standard-setting, or “best practices”
definition, as well as copyright license drafting.

The GPL is the Constitution of the Free Software Movement

The Free Software Foundation has never been reluctant to point out
that its goals are primarily social and political, not technical or
economic. The Foundation believes that free software—that is,
software that can be freely studied, copied, modified, reused,
redistributed and shared by its users—is the only ethically
satisfactory form of software development, as free and open scientific
research is the only ethically satisfactory context for the conduct of
mathematics, physics, or biology. The Foundation, and those who
support its broader work, regard free software as an essential step in
a social movement for freer access to knowledge, freer access to
facilities of communication, and a more deeply participatory culture,
open to human beings with less regard to existing distributions of
wealth and social power. The free software movement has taken
advantage of the social conditions of its time to found its program on
the creation of vast new wealth, through new systems of cooperation,
which can in turn be shared in order to further the creation of new
wealth, in a positive feedback loop.

This program is not, of course, universally shared by all the parties
who benefit from the exploitation of the new wealth created by free
software. The free software movement has never objected to the
indirect benefits accruing to those who differ from the movement’s
goals: one of the powerful lessons the movement has learned from
previous aspects of the long-duration Western movement for freedom of
expression is the value of working with, rather than against,
conventional economic interests and concerns. But the movement’s own
goals cannot be subordinated to the economic interests of our friends
and allies in industry, let alone those who occasionally contribute
solely for reasons of their own. Changes to the GPL, for whatever
reason they are undertaken, must not undermine the underlying movement
for freer exchange of knowledge. To the extent that the movement has
identified technological or legal measures likely to be harmful to
freedom, such as “trusted computing” or a broadening of the scope of
patent law, the GPL needs to address those issues from a perspective
of political principle and the needs of the movement, not from primary
regard for the industrial or commercial consequences.

The GPL is the Literary Work of Richard M. Stallman

Some copyright licenses are no doubt known, in the restricted circle
of one firm or law office, as the achievement of a single author’s
acumen or insight. But it is safe to say that there is no other
copyright license in the world that is so strongly identified with the
achievements, and the philosophy, of a single public figure.
Mr. Stallman remains the GPL’s author, with as much right to preserve
its integrity as a work representative of his intentions as any other
author or creator. Under his guidance, the Free Software Foundation,
which holds the copyright of the GPL, will coordinate and direct the
process of its modification.

Conclusion

The GPL serves, and must continue to serve, multiple purposes. Those
purposes are fundamentally diverse, and they inevitably conflict.
Development of GPL version 3 has been an ongoing process within the
Free Software Foundation; we, along with our colleagues, have never
stopped considering possible modifications. We have consulted,
formally and informally, a very broad array of participants in the
free software community, from industry, the academy, and the garage.
Those conversations have occurred in many countries and several
languages, over almost two decades, as the technology of software
development and distribution changed around us.

When a GPLv3 discussion draft is released, the pace of that
conversation will change, as a particular proposal becomes the
centerpiece. The Foundation will, before it emits a first discussion
draft, publicize the process by which it intends to gather opinion and
suggestions. The Free Software Foundation recognizes that the
reversioning of the GPL is a crucial moment in the evolution of the
free software community, and the Foundation intends to meet its
responsibilities to the makers, distributors and users of free
software. In doing so, we hope to hear all relevant points of view,
and to make decisions that reflect the many disparate purposes that
the license must serve. Our primary concern remains, as it has been
from the beginning, the creation and protection of freedom. We
recognize that the best protection of freedom is a growing and vital
community of the free. We will use the process of public discussion
of GPL3 drafts to support and nurture the community of the free.
Proprietary culture imposes both technology and license terms; free
software means allowing people to understand, experiment and modify
software, as well as getting involved in the discussion of license
terms, so that everyone’s ideas can contribute to the common good, and
the development of each contributes to the development of all.

Copyright Richard Stallman and Eben Moglen, 2005.
Verbatim copying of
this article is permitted in any medium, provided this notice is
preserved.

“Brevetti, accelerare verso l’abisso”

Posted by Marco Frattola on June 07, 2005
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(apparso originariamente su Punto Informatico)

Una proposta che viene da lontano

Roma – La seconda lettura della proposta di direttiva sulla brevettabilità delle “Invenzioni Implementate tramite Elaboratore” (”Computer Implemented Inventions” o CII, definizione piuttosto sofistica che è stata data ai brevetti sul software) si sta avvicinando sempre più. Un’intensa attività di lobbying da entrambi gli schieramenti – anche se si potrebbe discutere sulla liceità di paragonare le forze di lobbisti di professione profumatamente pagati e le attività dal basso di un gruppo di volontari, per quanto numerosi – sta dando forma ad un dibattito pubblico in modi che poche altre decisioni politiche nell’ambito dell’IT hanno visto.

Per cercare di capire meglio le questioni in ballo, ho intervistato Philippe Aigrain, attualmente direttore di SOPINSPACE (Society for Public Information Spaces), un’azienda che sviluppa software libero e open source innovativo e fornisce servizi per l’organizzazione di dibattiti pubblici e attività cooperative basate su Internet.

Prima di fondare Sopinspace, Philippe Aigran è stato “Head of Sector” per “Software Technology and Society” all’interno della Commissione Europea (Direttorato Generale “Information Society”). In questo periodo ha lavorato per impostare i programmi a sostegno dell’innovazione basata su Software Libero/Open Source. Ha partecipato alla preparazione del quinto e del sesto programma quadro, sia per quanto riguarda le tecnologie dell’informazione, sia per quanto attiene ad aspetti più generali relativi ai criteri di valutazione e alle regole per la gestione della proprietà intellettuale. Aigrain detiene un dottorato e la “habilitation à diriger les recherches” in informatica. Ha lavorato per vent’anni nella ricerca sul software e sul multimedia, all’interno di laboratori di aziende e come capo del gruppo di ricerca “Media analysis and interaction” del “Institut de Recherche en Informatique de Toulouse”. Infine, è l’autore di “Cause commune: l’information entre bien commun et propriété”, Edizioni Fayard, 2005.

Dato che i Suoi studi non sembrano essersi focalizzati sul diritto di proprietà intellettuale, vuole spiegarci quando e come si è confrontato per la prima volta con questo argomento, e specificamente con i brevetti sul software?

R: In effetti non ho studiato legge, ma informatica. Tuttavia, nel corso della mia carriera, ho sviluppato un forte interesse per ciò che le persone fanno con la tecnologia e l’informazione, e ciò mi ha condotto a ricercare e pubblicare nell’ambito della storia, della filosofia o della sociologia della tecnologia in parallelo con la mia attività di innovazione o di studioso delle politiche della ricerca. Forse è questa la ragione per cui, quando sono entrato in contatto per la prima volta con le questioni inerenti la brevettabilità del software, dei metodi di processo dell’informazione e dei dati genetici, ho affrontato tali questioni da un punto di vista più ampio della maggior parte degli specialisti in campo legale. Probabilmente è anche per questo motivo che ero pronto a investire più energia su questi argomenti della maggior parte degli scienziati, che all’epoca semplicemente scartavano l’idea dei brevetti sul software come un’assurdità, senza realizzare che questa assurdità stava rapidamente guadagnando terreno all’interno dei circoli specializzati (uffici brevetti, consulenti e giuristi).

La prima volta che mi sono resto conto delle problematiche relative ai brevetti sul software è stato quando dirigevo un gruppo di ricerca nel campo delle tecnologie dell’informazione applicate ai media (immagini ferme, video e musica). Ci rendemmo conto che i nostri “concorrenti” in USA, Giappone, Singapore e Israele avevano fatto domande di brevetto (negli USA e in Giappone) su degli algoritmi di analisi video.

I dipartimenti per il trasferimento di tecnologia degli istituti pubblici di ricerca avevano cominciato a valutare la possibilità che i nostri algoritmi (che noi non abbiamo brevettato, nel caso se lo stia chiedendo) venissero brevettati (negli Stati Uniti).

Parallelamente, seguivo i dibattiti circa uno dei primi contenziosi sui brevetti software, il brevetto Compton (Encyclopedia Britannica) sugli ipermedia, perché il mio lavoro era citato come “prior art” all’interno della richiesta di brevetto. In effetti, l’articolo del 1945 di Vannevar Bush, “As you may think” e tutto il lavoro di Ted Nelson su Xanadu, costituiva “prior art” del brevetto in questione.

Tutto ciò per dire che non era completamente ignaro dei problemi, ma si può tranquillamente affermare che fino alla fine del 1998, quando divenni capo dell’unità “software” all’interno del programma europeo IST, non avevo le idee chiarissime sul problema dei brevetti software. All’epoca ero molto più preoccupato circa il diritto di citazione per il materiale audiovisivo, perché l’assenza di tale diritto (in termini pratici) mi sembrava un blocco al potenziale di alfabetizzazione del media audiovisivi, dunque pericoloso per la democrazia. Ne sapevo di più sui dibattiti circa i brevetti sulle sequenze geniche che non sul software!

Tutto ciò cambiò rapidamente quando venni avvertito da alcuni sviluppatori di Software Libero / Open Source e da altre persone che una direttiva, che ufficializzava la recente pratica dell’Ufficio Europeo dei Brevetti (European Patent Office, EPO) di concedere brevetti sul software, era in preparazione. Il processo di regolamentazione era iniziato, molto discretamente, circa due anni prima nascosto all’interno di varie consultazioni sul futuro del sistema brevettuale europeo, consultazioni che avevano attirato l’attenzione solo dei circoli specializzati sull’argomento dei brevetti.

Incontro con Gil a Venezia il 9 Giugno

Posted by Marco Frattola on June 04, 2005
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Autore: Fiorello Cortiana

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Cari amici,

Credo che, visto il vostro interesse per il software libero, questo appuntamento che vi illustro possa essere di vostro interesse non essere considerato spam.

Stiamo organizzando un incontro con il Ministro della Cultura brasiliano nonche’ musicista di fama internazionale, Gilberto Gil, a Venezia il 9 giugno. Un incontro con chi costruisce in un Paese grande come l’Europa una delle politiche piu’ avanzate sulla liberta’ in rete, che sperimenta la flat per la distribuzione dei contenuti, che promuove, anche per la propria musica, le creative commons, che investe nel software libero contro il Digital Divide. Sono queste le uniche proposte possibili perchè non si cada nella deriva dell’ipercontrollo proibizionista, in una vecchia politica da Decreto Urbani e da proprietà intellettuale a senso unico.

In migliaia ci siamo mobilitati contro il decreto Urbani e contro il proibizionismo che vuole rinchiudere la conoscenza, ora e’ maturo il tempo per avviare una proposta alternativa, a partire dall’esperienza brasiliana. Ci siamo battuti perchè si costruiscano nuove possibilità anche di business, rispettando la liberta’. Una politica proibizionista che non solo blocca la conoscenza e la libertà, ma anche la possibilità di una evoluzione del mercato, di nuove imprese, di nuovi servizi, visto che da I-Pod le “major de’ noantri” non hanno imparato nulla.

Mentre il Governo fa sua una politica miope dove la maggioranza se la canta e se la suona, e chiede pure i diritti, con l’incontro per Giornata Mondiale della proprieta’ intellettuale, in chiave repressiva e regressiva, noi costruiamo una iniziativa che guarda avanti, alla realtà di un Paese che, con la stessa autorevolezza dell’Italia, indica una strada diversa, di incontro tra l’arte, la musica, la conoscenza e la rete, la condivisione, la liberta’.

Giovedì 9 Giugno dalle ore 10.00 alle ore 13.00 a Scoletta dei Calegheri, Campo San Toma’, Venezia

Condividi la Conoscenza: la cultura incontra la rete, incontro con Gilberto Gil

Ne discutiamo con:
Gilberto Gil, Ministro della cultura brasiliana
Franco “Bifo” Berardi, Intellettuale
Gianfranco Bettin, Vicepresidente dei Verdi Italiani
Mauro Pagani, Musicista
Arturo Di Corinto, Giornalista
Alberto Cottica, Musicista
Sandro Metz, Consigliere FVG
Franz Di cioccio, Musicista
Conclude Alfonso Pecoraro Scanio, Presidente dei Verdi
Modera: Fiorello Cortiana

Infoline 338/5800291
Registrazioni: zammataro@tiscali.it

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RMS sulle dichiarazioni di Nokia

Posted by Marco Frattola on June 01, 2005
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Nokia ha recentemente iniziato una campagna strategica in supporto a GNU/Linux, attraverso gli annunci:

Scopriamo insieme le perplessità e i timori del fondatore del Progetto GNU in merito a questa campagna dell’azienda finlandese…

(Fonte: NewsForge)

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Stallman: Nokia’s patent announcement next to nothing
Monday May 30, 2005 (11:51 AM GMT)
By: Richard Stallman

Last year IBM took a significant step forward in cooperation with the
free software community, by offering blanket licenses for 500 of its
patents to all free software developers. These are but a fraction of
IBM’s software patents, but still it was a substantial step. These 500
patents, at least, are no longer a danger to free software developers.

Since then, various other companies have been exploring how little they
can give to the free software community and still pose as our supporters.

In January it was Sun’s turn. Sun’s announcement, if read quickly,
appeared to say Sun had authorized free software developers to practice
thousands of software patents. In fact, the announcement didn’t really
give anyone anything. Sun merely reminded us that Solaris is free
software and that Sun would not sue us for using that. However, all
other free software projects still face the threat of patent lawsuits
from Sun.

This week it was Nokia’s turn. Nokia announced it would not use its
patents to attack the developers of one specific free software project:
the kernel Linux, developed by Linus Torvalds and others, which is most
prominently used as the kernel of the GNU/Linux operating system.

Unlike Sun’s empty gesture, this isn’t nothing. It is good to know that
one important free software project will not be attacked by this
particular megacorporation. But the Free Software Directory lists over
4,000 free software packages. Nokia’s announcement says nothing about
them, so they still face the potential threat of being attacked by Nokia
in the future. Nokia’s announcement isn’t nothing, but it is next to
nothing.

We can honestly thank IBM for agreeing not to sue us with 500 of its
patents, and we can thank Nokia too for agreeing not to attack one of
our community’s projects. But don’t be distracted from the real issue at
stake. Nokia most likely intends to use this announcement as a way to
put us in more danger.

Nokia, along with IBM and Microsoft, is lobbying hard for software
patents in Europe. Nokia will surely point to its own small gesture as
“proof” that software patents will not be devastating to free software.

In fact it proves just the opposite. If Nokia’s pledge not to attack a
single free software project amounts to anything, it shows that Nokia’s
continued threat to all other free software projects amounts to real
danger. And so does the threat from many other patent holders, most of
which have not pledged even the slightest support to our community.

In effect, Nokia is lobbying the European Union to give Nokia and many
others a new kind of weapon to shoot at software authors and users
with–and telling the legislators, “Don’t worry, it’s safe to let
private armies carry these guns, because we promise that our gunmen
won’t shoot anyone in that building.”

The danger of software patents is not limited to free software.
Developers of proprietary software (and its users) can also be sued for
patent infringement. But the majority of software is private-use
software, developed for and used by one client. Its developers (and its
users) also face software patent lawsuits. This is why most businesses
in Europe are against software patents–a recent German government study
found 85% opposition. But the megacorporations are spending lots of
money to lull the European Parliament into ignoring all opinion except
theirs. They frequently offer false and irrational arguments, hoping
that the legislators won’t recognize the error and that no one else will
point it out to them.

To prevent the imposition of software patents in the EU we will need 50%
of the members of the European Parliament to vote against them.
Convincing these members requires lots of phone calls. (A phone call is
much more effective than email.) Citizens of the European Union, please
telephone each one of the members of the European Parliament in your
region, and say you want them to support the JURI committee and vote
against software patents. If they say that the directive won’t authorize
software patents, educate them based on the information you can find in
ffii.org. That site offers advice on how to communicate with MEPs,
useful arguments and facts, and background information.

PS. If you can present me with a copy of a real threat letter that was
sent by a patent holder to a free software developer, that would be useful.

Copyright 2005 Richard Stallman
Verbatim copying and distribution of this entire article are permitted
worldwide without royalty in any medium provided this notice is preserved.

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Quello che RMS vuole trasmettere è di diffidare di queste campagne di marketing, dal momento che Nokia è uno dei principali sponsor europei della lobby dei brevetti; le sue “buone azioni” o intenzioni non devono ingannare, ma soprattutto non devono far credere che rendere brevettabile il software in Europa possa essere accettabile perchè in fondo, “grazie a Nokia”, sarà ancora possibile usare GNU/Linux.