L’amarezza del sarcasmo

Posted by Valerio Ravaglia on March 16, 2005
AttivAzione

Non si può certo dire che il modo in cui è stata gestita la vicenda della Direttiva Arlene McCarthy “relativa alla brevettabilità delle invenzioni attuate per mezzo di elaboratori elettronici” abbia contribuito a dare ai cittadini una buona immagine delle Istituzioni europee, diciamo anzi che la percezione è quella di una generale perdita di fiducia nei processi democratici che dovrebbero regolare gli iter legislativi e i rapporti tra gli organi dell’Unione.

Il Consiglio dei Ministri, come è noto, non solo ha non ha preso in considerazione l’ ampio movimento – sostenuto tra l’ altro da 10 milioni di aziende europee – che si è mobilitato in opposizione all’idea di legittimare un regime di brevettazione del software selvaggio in stile statunitense, ma ha cercato almeno in un paio di occasioni di fare passare la direttiva dalla “porta di servizio” ignorando di fatto gli emendamenti e la volontà più volte espressa dall’organo più democratico e rappresentativo della UE, vale a dire il parlamento e generando il forte e probabilmente fondato sospetto, di una eccessiva influenza da parte della lobby delle major del software che, come noto, sono prevalentemente americane .

Ecco allora il duro comunicato della FSF Europe dove tra l’ altro si legge: “La posizione ideologica della Commissione Europea e del Consiglio ha impedito un confronto democratico con il Parlamento Europeo, che aveva pure richiesto all’unanimità alla Commissione di elaborare un nuovo testo.” ed ancora, “«La Commissione Barroso e il Consiglio hanno umiliato il Parlamento Europeo e vari parlamenti nazionali. Probabilmente sono stati violati gli stessi regolamenti del Consiglio. Stiamo verificando la possibilità di appello agli organi di controllo delle istituzioni europee». Fino ad arrivare a chiedersi – come ha fatto in questa lettera al Consiglio la FFII (Foundation for a Free Information Infrastructure) – cosa sia davvero successo Lunedi 7 Marzo 2005 in sede di “Riunione per la competitività”.

Più di queste posizioni ufficiali da parte di organizzazioni che da sempre si oppongono alla direttiva, è dal popolo della rete che arrivano le indicazioni di quanto l’ operato del Consiglio Europeo abbia creato una pericolosa rottura tra i cittadini e le istituzioni. In rete si sottolinea la paura che L’ Europa si trasformi nell’ Unione delle Banane, un volantino afferma che ormai le leggi in Europa si possano comprare e si annuncia un’ offerta promozionale: “Per un certo periodo, limitato, la presidenza lussemburghese del Consiglio UE consentirà a qualunque corporation americana di far applicare le proprie strategie ovunque nell’Unione Europea. Sarai finalmente in grado di schiacciare i concorrenti in un attimo e guadagnare un mercato enorme!” e il LUG di Pistoia annuncia con tristezza i “funerali della democrazia europea”.

Dal momento che le leggi possono essere comprate, ecco comparire la provocatoria iniziativa di Mikko Rauhala, system administrator dell’ Univeristà Helsinki, il quale sul proprio sito afferma senza mezzi termini: “Ognuno ha il bisogno di avere un hobby. Il mio è dare tangenti a funzionari corrotti”. Secondo Rauhala l’ ultima possibilità per evitare i disastrosi effetti della direttiva potrebbe essere quella di consegnare “Bustarelle contro la brevettabilità del software” perchè “è chiaro che il solo modo per fermare la marea è di usare gli stessi metodi che sembrano usare le grandi aziende: il buon vecchio metodo della democrazia del denaro: “un euro, un voto”.

“Quindi ho organizzato questa raccolta di impegni a finanziare le bustarelle necessarie per il voto contro la direttiva sulla brevettabilità del software. Io non raccolgo denaro, ma solo l’impegno di qualunque persona che sia pronta a inviare l’importo di sua scelta direttamente alla Presidenza del Consiglio Europeo, alle seguenti condizioni:

.La Presidenza ritirerà la proposta di Direttiva approvata il 7 Marzo 2005 (approvata contro le regole del Consiglio: quì un resoconto in inglese).

.La Presidenza sottoporrà come nuova proposta il testo approvato in seconda lettura dal Parlamento Europeo senza alcuna modifica.

Ora queste richieste potrebbero sembrare contrarie alle regole dell’Unione Europea, così come antidemocratiche, ma ammettiamolo, queste subdole mancanze non sono mai state un problema per la stimata Presidenza. Se la Presidenza non è in grado di violentare il resto del Consiglio (o la Commissione, o chiunque altro sia coinvolto) fino a sottomettersi, può, a sua discrezione, distribuire le bustarelle in modo da ottenere l’effetto desiderato (in fin dei conti sono soldi della Presidenza).”

Nelle parole del professionista di Helsinki, l’ amarezza e la delusione vengono a fatica coperte dall’ ironia, ma l’ iniziativa, a poche ore dal suo lancio, sembra raccogliere un sorprendente numero di adesioni.

E’ il popolo della rete che ancora una volta, a suo modo, cerca di fare sentire la propria voce là, dove i nostri rappresentanti democraticamente eletti, diciamocelo, piegandosi di fronte agli interessi della potente lobby delle multinazionali statunitensi, non difendono la piccola e media impresa europea, i singoli sviluppatori, la cultura, il progresso scientifico, i cittadini. In altre parole, stanno fallendo l’ obbiettivo.

Per approfondire:

http://www.italy.fsfeurope.org/projects/swpat/swpat.it.html
http://swpat.ffii.org/
http://www.nosoftwarepatents.com/it/m/intro/index.html
http://www.softwarelibero.org/documentazione/brevettisw.shtml

Le vicessitudini della direttiva su brevetti software seguita da Punto Informatico:
http://punto-informatico.it/archivio/tnotizie.asp?sel=0&sand=brevetti+direttiva

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